CREDIT SUISSE/ Castelli (Banor Capital), "intervento svizzero doloroso ma di grande aiuto per detentori azioni Credit Suisse

Milano, 20 marzo 2023 (LF-MM) - Da operatori di mercato, riteniamo che l'intervento svizzero sia di grande aiuto, anche se doloroso per i detentori di azioni Credit Suisse e obbligazioni AT1". Lo afferma Francesco Castelli (Responsabile Fixed Income Banor Capital). "Le autorità svizzere hanno seguito la situazione molto da vicino e hanno prontamente deciso che la banca non era più affidabile come entità indipendente. Il matrimonio con UBS, dipinto come una transazione privata tra 2 soggetti privati, mostra invece pesanti segnali di intervento pubblico. Gli azionisti di entrambe le banche non saranno consultati facendo pieno affidamento sulla benedizione pubblica e sul denaro pubblico. Un coinvolgimento politicamente sgradevole, ma una garanzia che il mercato vede come positivo e credibile" nota l'esperto. "Il governo ha autorizzato una garanzia di liquidità di 100 miliardi, mostrando il proprio chiaro sostegno. Una garanzia molto ampia che dovrebbe proteggere UBS dalla speculazione di mercato. Le autorità statunitensi capiranno chiaramente perché il mercato sta considerando insufficiente la loro versione di intervento (con Svb). Serve il coinvolgimento dei contribuenti e un chiaro sostegno. Nonostante un decennio di regolamentazione finanziaria e un massiccio aumento dei requisiti patrimoniali, il sistema bancario rimane fortemente dipendente dalla fiducia degli operatori. In mancanza della quale, si deve ricorrere all’intervento pubblico". "UBS si assume un grande rischio per l'acquisizione degli asset tossici di CS e un rischio legale elevato. D'altra parte, hanno ottenuto ottime condizioni, acquisendo il loro più grande concorrente gratuitamente, con un regalo implicito di 13 miliardi (includendo i 16 miliardi di titoli AT1 ridotti a zero, cui vanno sottratti i 3 miliardi pagati agli azionisti di CS). Hanno già chiarito che ridurranno massicciamente l'attività di investment banking e si concentreranno sulla gestione patrimoniale. Purtroppo ci saranno molte perdite di posti di lavoro". Per quando riguarda i possessori di titoli Credit Suisse, "usciranno illesi tutti i possessori di debito senior (tutti i titoli emessi da tutte le società del gruppo, inclusa la holding company). A pagare saranno invece i titoli AT1 (per istituzionali, 16 mld in totale) che l’autorità di mercato FINMA ha deciso di azzerare, in base alla clausola “Point of Non Viability”. Premio di consolazione per gli azionisti, che evitano l'azzeramento ma non vengono certamente salvati. Si porteranno a casa 3 mld in titoli UBS, a fronte di un valore di libro di 45mld. E questo conferma che quest'intervento pubblico, pur dibattibile, è stato pensato per salvare un settore strategico della Svizzera, non per proteggere gli azionisti". (com-lf-mm)

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