DECRETO RISTORI/ Borghi (Federmoda), utilizzo codici Ateco ha creato figli e figliastri

Milano, 1 dicembre 2020 (L&F) - Il Decreto Ristori Quater ha rappresentato "un'altra occasione persa er rimediare all’assurda esclusione dei negozi di camicie e maglierie con codice ateco 47.71.30 dalle misure previste per le attività in zone rosse chiuse per decreto". Lo afferma il presidente della Federazione Moda Italia-Confcommercio, renato Borghim che chiede maggiore attenzione alle richieste delle imprese del commercio del settore moda non solo con lo slittamento delle scadenze, ma anche con indennizzi a tutte le attività che hanno subito perdite indipendentemente dalle chiusure per Dpcm. "Negozi che hanno perso qualsiasi tipo di entrata e che, estromessi ingiustamente dai Decreti Ristori bis, ter e ora anche quater, non possono inspiegabilmente accedere alle seppur parziali soluzioni per la loro sopravvivenza come il contributo a fondo perduto ed il credito d'imposta del 60% dell'affitto per i mesi di ottobre, novembre e dicembre”.  “Al governo – prosegue Borghi – chiediamo di trovare una rapida soluzione per indennizzare questi negozi di camicie e maglierie che esistono e si sentono abbandonati e traditi per la terza volta consecutiva. L’utilizzo di codici ateco ha creato figli e figliastri”.

“Abbiamo chiesto di poter esercitare il nostro diritto di fare impresa e di lavorare. C’è una gran voglia di ripartire, ma va incoraggiata. Continuiamo a chiedere, però, indennizzi congrui alle effettive perdite di fatturato delle nostre aziende in tutta Italia, nel decreto ‘finale’. La gravità dello scenario è sotto gli occhi di tutti e pure dell’Agenzia delle Entrate. Gli strumenti oggi ci sono; basta guardare i corrispettivi telematici delle nostre imprese” copnclude Borghi.

Banner-Adv
Banner-Adv