LA PAROLA AL MERCATO/ GAM, BENETTI: “TIMORI DI BOLLA ANCHE PER L’ORO, MERCATI IN UNA POLIFONIA INQUIETA”
FIN 22-10-2025 09:50 Milano, 22 ottobre 2025 – “L’aumento vertiginoso dei prezzi del settore tecnologico fa temere l’affastellarsi delle condizioni tipiche delle bolle”, osserva Carlo Benetti, Market Specialist di GAM, nel suo commento settimanale dedicato ai mercati globali. L’esperto evidenzia come “negli ultimi dodici mesi siano state principalmente le società impegnate nella parte più avanzata della frontiera della conoscenza, in particolare nell’intelligenza artificiale, a beneficiare del favore degli investitori”. Benetti sottolinea che le performance dei listini americani sono ormai “concentrate su poche aziende, le cosiddette mega-cap tecnologiche/AI”, e avverte che “quando quelle aziende deluderanno, ne soffrirà l’intero mercato”. Inoltre, rileva una seconda concentrazione “nell’esposizione record delle famiglie americane al mercato azionario”, alimentata da rendimenti elevati e dall’effetto FOMO (fear of missing out), la paura di restare fuori dal rialzo. Il commento richiama anche l’attenzione sull’indice S&P 500, il cui rapporto CAPE (Cyclically Adjusted Price-to-Earnings) “è prossimo al valore di 40x, storicamente molto alto”. Ciò, secondo Benetti, “suggerisce la possibilità di rendimenti azionari più bassi nel medio periodo, nonostante il potenziale di crescita delle società tecnologiche”. Non mancano preoccupazioni anche per l’oro, che secondo l’analista “è nel mezzo di una bolla che dura da seimila anni”. Il prezzo, oltre i quattromila dollari l’oncia, “è irragionevole se confrontato con il valore intrinseco del metallo, ma spiegabile come risposta alla crescente domanda di sicurezza da parte di investitori e banche centrali, in particolare dei Paesi BRICS ed emergenti, che dal 2022 hanno aumentato le riserve auree di oltre mille tonnellate all’anno”. Sul fronte macroeconomico, Benetti cita “venti contrari alla crescita” dovuti a tariffe, limitazioni all’export di terre rare da parte della Cina e livelli di debito elevati, paragonati a una “faglia di Sant’Andrea che attraversa le economie comprimendo la capacità di intervento fiscale”. L’euro, apprezzatosi del 15% sul dollaro nel corso dell’anno, “potrebbe risentire di una Federal Reserve più sensibile all’amministrazione, con una politica dei tassi potenzialmente più accomodante e una curva dei rendimenti influenzata da fattori extra-economici”. “Wall Street oscilla tra la fede cieca nella tecnologia e la consapevolezza che la melodia potrebbe interrompersi da un momento all’altro”, commenta Benetti, che invita alla prudenza e alla disciplina: “In questa polifonia inquieta, la fedeltà alla strategia di lungo termine e la diversificazione restano le bussole essenziali. Occorre allargare la finestra temporale, diversificare nello spazio e nel tempo, e non cedere alla tentazione di agire sull’onda dell’emozione”. (red/mediamolt)