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Leonardo Del Vecchio, l'elogio della gentilezza

Oggi i suoi dipendenti lo piangono, proprio come se fosse mancato un 'papà', scrivono a più riprese sui social. E a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, anche solo velocemente, un aspetto in effetti è assolutamente chiaro. Che fosse una persona capace. Ma soprattutto che avesse con sè la forza della gentilezza. Una facile retorica attribuirebbe questo suo tratto all'infanzia e a tutto quello che è stato scritto e ricordato in queste ore. Però, quel che Leonardo Del Vecchio è stato non era affatto scritto né scontato. Non scontato che diventasse un imprenditore di tale caratura Non scontato che restasse un uomo umile e gentile. Non conosciamo, né vogliamo conoscere, le vite intime delle persone. Ci saranno stati buchi neri, come nella storia di ognuno. Quel che è prevalso, in definitiva, è un uomo buono, che non ha voluto lasciare indietro nessuno. Il secondo più ricco d'Italia -come è stato tante volte ricordato, secondo la classifica di Forbes, con un patrimonio personale di svariati miliardi di euro- era una persona che rispondeva con gentilezza, che sceglieva con gentilezza. Che dell'ambizione ha fatto una forza positiva, che ha dato lavoro a decine di migliaia di persone. La finanza era una sua passione, forse più una sfida con se stesso che altro. Un vezzo accettabile per chi, in fondo, non ha mai licenziato nessuno. E non si è mai accontantato. Ha sempre avuto un orizzonte da raggiungere. Per sè e per gli altri.

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