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Buffetti, Ocleppo: “Dal 2021 meno plastica e più acquisizioni”

L’azienda chiude l’anno con utile in crescita

Annunciato il piano di sostenibilità con cui il gruppo si propone di togliere il 90% di plastica dai suoi prodotti nel corso dei prossimi 5 anni. Intanto, la holding Dylog, di cui Buffetti fa parte dal 2005, si prepara ad allargare la famiglia in cui è entrata, negli anni scorsi, anche Pigna (scelta da poco anche da Chiara Ferragni). E l’anno del Covid? “Eravamo pronti, avevamo già puntato sul digitale”.

Rinaldo Ocleppo ha l’agenda di fine anno che ogni manager conosce bene (board, bilanci, chiusure), moltiplicata per le diverse cariche che ricopre, fra le altre presidente di Buffetti Group e di Dylog, la società di software che dà il nome alla holding in cui gravitano anche Pigna e Campo Marzio. Una realtà da 185 milioni e 1.200 dipendenti  con tre business di punta – macchine per raggi X, software e prodotti di cancelleria e per ufficio in senso lato – di chiudere l’anno con una contrazione del fatturato di pochi punti percentuali e un aumento degli utili rispetto al 2019. In un anno nero per molti, un risultato interessante.

Ingrediente segreto?

Macchine per raggi X e software hanno retto molto bene, mentre ha pagato più del previsto la parziale migrazione già avviata per Buffetti dalla cartoleria “pura” ai servizi digitali per piccoli imprenditori: gestionali e banche dati. I prodotti materiali hanno visto un calo delle vendite e quindi del fatturato, ma sono stati controllati i costi senza comprimere gli investimenti. Tutto ciò che è legato al digitale, inoltre, ha consentito una marginalità più alta. Avevamo già intrapreso una strategia capace di inquadrare i cambiamenti del mercato: paradossalmente, il Covid ha accelerato in positivo processi di aggiornamento tecnologico che avrebbero altrimenti richiesto altri 5/6 anni a imporsi. Noi siamo stati veloci e tempestivi a vivere il cambiamento, ma eravamo già sulla strada giusta.

Un’altra strada “giusta” è la sostenibilità. Entro il 2025 voi annunciate di voler ridurre del 90% la plastica utilizzata nella distribuzione dei prodotti Buffetti nei suoi punti vendita, in Italia e sul web. Sicuri di farcela?

A dire il vero, noi siamo convinti che potremmo riuscirci anche prima del termine che ci siamo dati: basterebbe infatti togliere subito non solo la plastica, ma qualunque altro involucro. Bisogna però preparare i clienti al cambiamento e far capire loro che una minore protezione può magari rendere alcuni prodotti meno patinati senza inficiarne la qualità. Nel medio-lungo periodo la scommessa sarà trovare nuovi modi di trattare il prodotto e distribuire il prodotto. Per cominciare, invece, introduciamo nuovi packaging in carta kraft (già presenti nel 30% dei prodotti Buffetti a scaffale), plastiche riciclate o bioplastiche.

Quanto vi costa e quanto ci costa?

Come azienda, ci facciamo carico di questo costo in toto, senza toccare il prezzo finale: fa parte del nostro piano di investimento per la sostenibilità ed è il nostro modo di tenere fede alla promessa di qualità ed eccellenza che facciamo ai nostri clienti. E in questo momento storico qualità ed eccellenza vogliono dire anche impegno per l’ambiente.

Ci credete veramente, quindi?

Dopo tanti anni di lavoro capisci quando i “sì” sono convinti e quando sono detti tanto per dire. Quando abbiamo lanciato questo progetto mi ha sorpreso l’adesione che le nostre persone hanno manifestato con entusiasmo genuino. Questa scelta avrà conseguenze pratiche anche nella scelta dei fornitori, che dovranno garantirci uno certo standard green, e a livello di distribuzione, perché solo chi sposerà davvero il nostro progetto sarà in grado di trasmetterlo al pubblico.

Che risposta prevedete?

Ovviamente positiva, visto che ci crediamo. Nei nostri punti vendita, sarà nostro interesse educare prima il personale e poi i clienti a una maggiore attenzione ai prodotti e al valore di questa scelta. Gli standard, anche estetici, dovranno cambiare: la carta riciclata potrebbe apparire meno bella ma l’importante è che svolga la sua funzione.

A proposito di scelte estetiche, da poco Chiara Ferragni ha annunciato di aver scelto Pigna per la sua prima di linea di stationery (cartoleria, ndr.). La segue sui social?

Non seguo i social, perché le 250 e-mail che ricevo ogni giorno mi tengono già abbastanza impegnato, d’altronde Chiara Ferragni trascende ormai la sfera meramente social. Ha ampiamente dimostrato di essere una grande professionista, l’imprenditrice digitale italiana più famosa a livello internazionale. La sua stima per Pigna è un grande riconoscimento per il brand.

Il 2021 di Dylog-Buffetti in una parola.

Acquisizioni: almeno tre, plausibilmente quattro, nell’ambito del digitale: software e servizi.

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