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Cosmetica Italia, filiera vale circa 30 miliardi di fatturato che genera un valore condiviso di oltre 22 mld

Lavino, "il 67% del make up distribuito in Europa viene prodotto in Italia"

"Roseo" l'andamento dell'industria cosmetica in Italia: nel 2022 (preconsuntivo) il fatturato si attesta a 13,3 miliardi di euro, segnando una variazione del 12,1% rispetto al 2021 e +10,5% rispetto al 2019 secondo le elaborazioni del Centro Studi interno alla associazione. "Abbiamo realizzato quell'agognato giro di boa", sottolinea Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, in occasione del Settimo Pambianco Beauty Summit, evidenziando che anche "l'outlook è positivo e riteniamo che anche quest'anno ci sarà una crescita nell'ordine del +7,7% (a 14,4 miliardi di euro)". Rispetto ai canali, il mass market chiude il 2022 a 4,819 miliardi +6%; la profumeria a 2,217 miliardi (+18,1%), la farmacia 1 1,951 miliardi (+4,6%), l'acconciatura a 585 milioni +5,8%, l'erboristeria a 378 milioni (+0,5%), le vendite dirette a 348 milioni (+1,2%), l'estetica a 222 milioni (+8,1%) per un totale di 11,5 miliardi con un incremento dell'8,1%. "Una proiezione positiva per quasi tutti i canali con una evidenza: l'e-commerce da canale periferico vale oggi quasi un miliardo". Lavino ricorda anche la ricerca presentata a Cosmoprof che evidenzia le caratteristiche principali dei canali lato consumatori: "abbiamo misurato le aggettivazioni e i principali driver di acquisto che i consumatori annettono ai canali. E' emerso un quadro composito molto interessante dove farmacie, profumerie ed erboristerie si contraddistinguono per la qualità dell'offerta; super e iper, case e toilette e piattaforme online per il rapporto prezzo/promozione; la Gdo per l'assortimento; i saloni di acconciatura per l'innovazione; i saloni di estetica per il servizio e i negozi monomarca per lo scaffale". Ma, evidenzia il presidente, "non ci siamo limitati a identificare il pensiero del consumatore, ma siamo voluti andare un po' più in là: abbiamo voluto tracciare un quadro complessivo di tutto il nostro settore che è fatto non solo da marchi ma da una filiera molto lunga e complessa. Questa filiera cosmetica vale circa 30 miliardi di fatturato che genera un valore condiviso di oltre 22 miliardi di euro, la capacità della nostra filiera di creare valore per la nostra società". Un valore condiviso, dunque, ma con chi? Innanzitutto con lo Stato con la contribuzione fiscale, che è pari a 6,7 miliardi di euro (il 30% del valore creato è distribuito allo Stato); poi con la società: salari lordi e contributi sono pari a 6,4 miliardi di euro ed equivalgono, se paragonato ai consumi, a quanto è necessario per il sostentamento di 220mila famiglie; infine con la filiera: 390mila addetti nella filiera, inclusi i canali professionali, cioè 6,3 posti di lavoro nella filiera in Italia per ogni addetto diretto dell'industria". Una creazione di ricchezza che equivale a 1,25% del Pil ( 1.782 miliardi) e 12% dei fondi Pnrr (191,5 miliardi). Anche l'export italiano "è in grande crescita. le esportazioni verso gli Usa sono state guidate dall'effetto cambio con un incremento del 38,7% in più per 731 milioni di euro", seguiti Francia, Germania, Spagna, "Paesi che storicamente vedono una dinamica molto positiva per quanto concerne l'export italiano". Momento di stasi per la Cina. All'interno dell'export " è bene sottolineare - aggiunge Lavino - una volta di più, perché i dati sono sempre migliori l'impatto in particolare del contoterzismo cosmetico. Ci piace ricordare che orma il 67% del make up che viene distribuito in Europa viene prodotto in Italia; nel mondo il 55%". Sempre in termini di export, il preconsuntivo 2022 vede una crescita del 18,5% a 5,9 miliardi e stima per il 2023 un incremento del 10% a 6,4 miliardi di euro. "Il contributo alla bilancia commerciale da parte del nostro settore è di 3,2 miliardi di euro" conclude Lavino. 

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