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Investimenti per oltre 250 mld di euro da trasformazione delle zone periferiche delle città lombarde entro il 2050

Breglia (Scenari Immobiliari), "occasione unica per intervenire su disuguaglianze"

La trasformazione delle aree periferiche della Lombardia può attivare investimenti per oltre 200 miliardi di euro fino al 2050. Non si tratta solo del più grande tema economico lombardo dei prossimi decenni ma anche la sfida per rendere sempre più inclusive e sostenibili le nostre città. E’ una occasione unica per intervenire sulle diseguaglianze, dando abitazioni alle fasce più disagiate e anche consentendo un più facile accesso ai servizi. La città a 15 minuti, significa creare nuove centralità e fare in modo che le nuove periferie siano concepite in modo diverso dal passato. Luoghi integrati e gradevoli dove vivere, lavorare e socializzare. Il tutto con attenzione all’ambiente e alla sicurezza delle persone”. Così Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, in apertura del convegno nel corso del quale è stato presentato il Rapporto sulle nuove periferie lombarde, realizzato in collaborazione con urban Up/Unipol. 

 

Le aree degradate, dismesse o a rischio degrado  coprono una superficie territoriale complessiva di circa 22,6 chilometri quadrati, e 67.300 edifici, per la quasi totalità (98 per cento) prevalentemente residenziali, da riqualificare, che potrebbe rivitalizzare il tessuto lavorativo e produttivo del territorio grazie al cambio delle destinazioni d’uso verso attività economiche in grado di aumentare il valore. Inoltre, possibili processi di rigenerazione urbana del laboratorio lombardo interesseranno circa 250 chilometri quadrati di superficie e una superficie lorda edificabile di 91 milioni di metri quadrati. Le future funzioni urbane si articoleranno in mix di destinazioni d’uso che vedrà una prevalenza di superfici abitative, 39,9 milioni di metri quadrati (44%), seguite da superfici logistiche e produttive (29,6 milioni di metri quadrati, pari al 32,5%), direzionali e commerciali (14,3 milioni di metri quadrati, 16%) e attrezzature di interesse collettivo (7,2 milioni di metri quadrati, poco meno dell’8%).

Intanto, in Lombardia si stima totale di 140mila compravendite di immobili residenziali a fine anno, corrispondenti a oltre il 23% del totale nazionale, quantificabile in seicentomila transazioni. Il peso della regione sul Paese, dopo essere rimasto stabile per otto anni con una quota di circa il 20%, è cresciuto a partire dal 2016 fino ad oggi, con ulteriori aspettative di aumento fino a un peso di circa un quarto degli scambi complessivi. Grazie a una popolazione costantemente in crescita fino a inizio 2020 qui si scambiano il doppio delle case del Lazio, seconda in Italia con circa 67mila transazioni, e quasi due volte e mezzo rispetto all’Emilia Romagna, terza con 59mila transazioni, Piemonte e Veneto, rispettivamente con circa 58 e 56mila scambi. Le previsioni per il 2022 indicano un incremento dei volumi transati sul mercato residenziale lombardo di circa il 13%, con una pressione lievemente meno intensa di quella attuale, a fronte di una crescita a livello nazionale dell’8,3%.

I prezzi medi del comparto residenziale registrati in Lombardia nel 2021, nonostante le evidenti difficoltà di alcuni territori, confermano la buona salute complessiva dell’industria immobiliare, con un incremento di circa un punto percentuale, dopo il decremento di pari peso del 2020. Milano rappresenta il principale mercato italiano, oltre a essere il secondo per il settore residenziale a livello nazionale dopo Roma. Le compravendite registrate in città nel 2021 coprono il 19% del totale del territorio lombardo e il 66% dei capoluoghi, mentre il fatturato della città rappresenta oltre l’82% del giro d’affari realizzato nei capoluoghi. Brescia, Monza e Bergamo si contendono il secondo posto nella classifica regionale. Como, Varese e Pavia pesano, in termini di fatturato, tra l’1,5 e il 2% sul totale dei capoluoghi regionali. Cremona, Lecco, Lodi e Mantova realizzano un fatturato pari all1% del totale ciascuna. Sondrio è l’ultimo capoluogo di provincia lombarda sia in termini di fatturato, su cui pesa per meno dello 0,5%.

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