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La forza di Lvmh? Essere diversificata e non dipendere esclusivamente dalla crescita della domanda cinese

Gam, "Europa e Usa compensano, ma anche sulla Cina il sentiment non cambia"

Lvmh, che ha archiviato i primi nove mesi dell'anno con un giro d'affari record di 44,2 miliardi, pari a un incremento del 46% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, "sta mostrando agli investitori di non essere orientata esclusivamente alla crescita della domanda cinese, ma è ben diversificata". Questa è la sua forza nel momento attuale. Lo evidenzia Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo Gam Luxury Brands Equity di Gam, che fa notare che "se il settore in generale beneficia della crescita del consumo della classe media cinese, l’unicità di Lvmh sta nel non essere eccessivamente dipendente dalla crescita di una sola nazionalità".

Già in occasione dei risultati del primo semestre, la società aveva sottolineato che," in modo incrementale, nella prima metà, gli americani erano stati i maggiori motori di crescita, seguiti dagli europei, poi dai clienti cinesi (questi ultimi in crescita a tassi più normalizzati, vale a dire il 40% rispetto a numeri significativamente superiori), dato che sono in modalità post-pandemica da più di 15 mesi". Ora, è stato confermato che "l'appetito del consumatore americano per il lusso rimane un vento di coda strutturale, dato che si osserva una penetrazione maggiore rispetto a prima per i consumatori americani. Anche il rinnovato coinvolgimento dei consumatori locali europei ha sorpreso positivamente nel terzo trimestre".

Ma perché sono importanti i numeri e queste evidenze del colosso francese?

Per vari motivi. Innanzitutto, Lvmh è di solito la prima azienda del lusso a riportare i numeri a chiusura di trimestre. Questi sono tanto più importanti perchè il business è particolarmente diversificato (Moda/Pelle, Vini/Liquori, Orologi/Gioielli, Profumi/Cosmetici, Retail) al punti che "l’evento è visto come una sorta di controllo dello stato di salute per l'intero settore". Poi, sottolinea Ramachandran, "essendo una mega-cap che si classifica tra i primi 5 titoli in Europa, i risultati sarebbero stati interessanti in tempi normali. Con le preoccupazioni attualmente a un passo dalla febbre circa la Cina, la situazione del consumatore americano post-stimoli, la catena di approvvigionamento e il generale contesto dei consumi in un momento di pressioni inflazionistiche sul reddito disponibile, i risultati sono ancora più rilevanti di prima poiché rappresentano un indicatore del consumo di lusso e discrezionale" sottolinea l'esperta.

Il deficit dell'Asia per Lvmh è stato compensato dall'Europa che è calata "solo" del 6% nel terzo trimestre contro il -15% del secondo trimestre per l'intero business - nonostante la continua assenza di turisti che contribuivano per più del 50% delle vendite in questa regione prima della pandemia. Il consumatore europeo locale è vivo e vegeto per LVMH. Il consumatore statunitense rimane stabile sul livello del primo semestre - da +23% nel primo semestre a +22% nel terzo trimestre; il management ha notato che non c'è stato alcun effetto dalla fine degli stimoli sull'appetito dei consumatori per i suoi marchi.

Ora, "il gruppo è fiducioso nel proseguimento della crescita attuale" ha dichiarato l'azienda rendendo noti i risultati. Per altro, durante la call, il mangement ha evidenziato di non vedere un cambiamento nel sentiment in Cina, e che non esiste l'elasticità dei prezzi nel lusso, indicando l'assenza di qualsiasi legame tra le vendite e i prezzi (e sottolineando il loro potere di prezzo al di sopra del normale). Il management è stato riluttante a commentare le politiche del governo cinese sulla "prosperità comune", ma ha constatato di "non vedere alcuna ragione per cui potesse essere nocivo per la classe medio-alta, che costituisce la maggior parte della base di clienti". "Questo - nota Ramachandran - dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo all'intero settore che è stato assediato (ingiustificatamente, a nostro avviso) dalle preoccupazioni per un potenziale giro di vite sul consumo di lusso". Inoltre, l’azienda ha rassicurato sulla catena di approvvigionamento/logistica/costi spiegando che "l’aumento dei costi di spedizione è stato incluso all’interno della guidance relativa al primo semestre".

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