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Nomisma, +34% le compravendite nel residenziale nel 2021, ma trend messo a rischio da guerra in corso

In aumento del 34% le compravendite immobiliari del segmento residenziale nel 2021. Ma questo trend positivo potrebbe essere ridimensionato e compromesso a casua della guerra in corso. Lo rivela l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma di marzo,che considera 13 mercati intermedi (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno Taranto, Trieste e Verona).

"Il rischio che l’apprensione degli operatori si trasferisca sugli indicatori di fiducia di famiglie e imprese è concreto, anche se la capacità di reazione dimostrata nell’ultimo biennio non fa escludere possa trattarsi di effetti destinati a risolversi in breve tempo” si legge nel documento. Secondo la società bolognese “l’entità del ridimensionamento atteso è ancora difficile da quantificare, ma il palpabile attendismo di queste settimane prevedibilmente si tradurrà in una perdita in termini di crescita del Pil non limitata a qualche decimo di punto percentuale”. Ne viene quindi, passando al mercato immobiliare, che “il mantenimento degli straordinari livelli transattivi raggiunti al termine del 2021, che fino a qualche settimana fa sembrava lo scenario più verosimile, appare oggi una prospettiva ottimistica”. È in ogni caso prematuro azzardare ipotesi di dimensionamento delle conseguenze immobiliari; quello che è certo con il conflitto è il temporaneo deterioramento del clima generale di fiducia.

Nomisma avverte come “nonostante il settore residenziale abbia recentemente dimostrato una straordinaria capacità reattiva, il secondo shock in meno di un biennio, non accompagnato da un adeguato dispiegamento di risorse finanziarie aggiuntive e da una politica monetaria marcatamente accomodante, potrebbe determinare un nuovo ridimensionamento”. Ecco, quindi un surplus di alert: “l’ottimistico quadro che scaturisce dalla lettura delle tendenze più recenti rischia di restituire un’immagine troppo vivace alla luce delle ultime evoluzioni”. Le evidenze offerte dai modelli previsionali “restituiscono una prima parziale risposta del tributo imposto al settore dalla follia bellica. Il timore, tuttavia, è che, a conti fatti, il prezzo da pagare possa risultare di gran lunga superiore”.

Ne sono la riprova il +34% rispetto al 2020 delle compravendite registrato lo scorso anno in ambito residenziale e la risalita dei prezzi anche nelle città intermedie (+1,2% su base annua per le abitazioni usate, +1,7% per quelle nuove). Di questo beneficio hanno goduto in primis le localizzazioni periferiche e di provincia, in ragione di uno spostamento di interesse di una quota significativa di domanda. Per il corporate, archiviata la débâcle del 2020, quando il segmento aveva subìto le pesanti conseguenze causate dall’attendismo indotto dal Covid-19, si è rivitalizzato l’interesse degli investitori stranieri per il nostro Paese, con un volume di investimenti cresciuto di circa il 2,4% rispetto al 2020, attestatosi poco al di sotto dei 10 miliardi di euro. Il rialzo del settore corporate è stato guidato dai segmenti logistico e alberghiero. Per la logistica ha influito il cambiamento imposto dalle quarantene forzose di stili di vita e abitudini di consumo, che hanno consentito di raggiungere valori di investimento prossimi ai 3 miliardi di euro (+90% nel biennio 2019-2021) e un netto calo dei rendimenti – per effetto del tracollo della rischiosità percepita - passati da oltre il 7% a poco più del 4%.

Tornando al settore residenziale, una delle eredità lasciate dal Covid è la preferenza per l’acquisto, anche se Nomisma prevede che si possa assistere ad un progressivo riallineamento che porterà ad un aumento di interesse per la locazione. I singoli mercati, da questo punto di vista, presentano differenze alquanto evidenti; rispetto alla quota di domanda di locazione ad inizio del corrente anno: si passa dal 27% di Trieste al 54% di Parma. Analizzando il profilo di chi è orientato all’affitto di un’abitazione, emerge come siano in aumento locatari single, coppie giovani, studenti e lavoratori in mobilità, mentre risultano stabili i locatari monogenitore (con o senza figli) e le famiglie che si trasferiscono da un altro comune.

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