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Bce, "l’invasione russa dell’Ucraina segna uno spartiacque per l’Europa".

E lascia invariati i tassi

L’invasione russa dell’Ucraina segna uno spartiacque per l’Europa. Così il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea che ha voluto esprimere il pieno sostegno al popolo ucraino, mentre ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. La Bce intanto "assicurerà condizioni di liquidità distese e attuerà le sanzioni decise dall’Unione europea e dai governi europei. Il Consiglio direttivo intraprenderà qualsiasi azione necessaria per adempiere il mandato della Bce di perseguire la stabilità dei prezzi e per preservare la stabilità finanziaria".

Il Consiglio ha oggi rivisto il calendario del PAA per i prossimi mesi. "Gli acquisti netti mensili nel quadro del PAA saranno pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della valutazione delle prospettive", fa sapere la banca centrale.

Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente. Esso interromperà gli acquisti netti di attività del PEPP alla fine di marzo 2022.

Il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. Premesso che con la pandemia "la flessibilità ha contribuito a contrastare le disfunzioni nella trasmissione della politica monetaria e a rendere più efficaci gli sforzi tesi a raggiungere l’obiettivo del Consiglio direttivo", ora "rimarrà un elemento della politica monetaria ove i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi". 

Per Roberto Rossignoli, Portfolio Manager Moneyfarm, "il meeting di oggi della Banca Centrale Europea ha portato alcune interessanti novità sul fronte della politica monetaria europea". Innanzitutto "i tassi d’interesse non sono stati alterati, come da attese. Ma sul resto le sorprese non sono state poche. Partiamo con le proiezioni. Per il 2022 la crescita economica dell’Eurozona è stata rivista al ribasso, da 4.2% a 3.7%, e ancor più grande è stato il cambiamento sull'inflazione, rivista al rialzo da 3.2% a 5.1%. Questo cambio nelle proiezioni ha conseguenze profonde sulle decisioni di politica monetaria e, in questo contesto, non stona la decisione di accelerare sulla riduzione degli acquisti di titoli di stato, anche se certo sorprende gli investitori che si aspettavano che la BCE desse forse più peso alla riduzione delle prospettive di crescita che all’aumento delle spinte inflazionistiche".

"L’unico spunto positivo arriva dal fatto - nota l'esperto - che qualunque decisione si prenderà sul rialzo dei tassi d’interesse, essa non avverrà subito dopo la fine del programma di quantitative easing, ma sarà graduale". "La conferenza stampa non ha aggiunto molto a una decisione percepita comunque come hawkish. L’impatto della guerra e della conseguente crisi energetica è più pericoloso per l’inflazione e, in questo contesto, la Lagarde considera naturali le mosse volte a normalizzare la politica monetaria, prendendo le distanze dall’idea che l’ultimo annuncio rappresenti una decisa stretta. Con la riunione di marzo l’istituto di Francoforte ha quindi deluso le aspettative di chi sperava in un accantonamento, almeno parziale, della riduzione nell’acquisto di titoli da parte della banca centrale"

Konstantin Veit, Portfolio Manager European Rates di Pimco, fa notare che "sul fronte falco, la Bce punta a una fine un po' più rapida degli acquisti netti di asset e ha eliminato il riferimento a tassi di interesse più bassi dalla forward guidance sui tassi di interesse. Sul fronte colomba, ha suggerito che il rialzo dei tassi potrebbe richiedere più tempo a seguito della fine degli acquisti netti di asset, se giustificato, e un qualsiasi ciclo dei tassi sarebbe graduale. Il percorso di normalizzazione della politica monetaria della Bce potrebbe piegarsi ma probabilmente non spezzarsi, a meno che l'Europa non cada in recessione. Nel medio termine, Francoforte punterà a terminare gli acquisti netti di asset e a tornare a un tasso di riferimento a zero, con poche ambizioni al di là di ciò".

Dave Chappell, fixed income denior portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments, nota che "dopo l'emergere del cambiamento di posizione hawkish da parte di Lagarde e del comitato alla conferenza stampa di febbraio, le aspettative per una riduzione accelerata degli acquisti di obbligazioni e un rialzo anticipato dei tassi sono aumentate sostanzialmente. Queste aspettative sono state in qualche modo attenuate nelle settimane successive, quando la brutale e non provocata invasione russa dell'Ucraina ha scioccato il mondo e ha sconvolto le aspettative di inflazione e crescita sia nelle economie sviluppate sia in quelle emergenti a diversi livelli". Di fronte all'aumento dell'incertezza, la Bce "ha rivisto la sua strategia di uscita, riducendo da due trimestri ad uno la tempistica del taper degli acquisti aggiuntivi del programma APP, precedentemente previsti per assicurare un agevole passaggio dal PEPP. Il comitato ha mantenuto la flessibilità sull’eventuale fine dell’APP, indicando la volontà di concluderlo nel terzo trimestre solo se i dati in arrivo sosterranno le aspettative che le prospettive di inflazione a medio termine non si indeboliranno in seguito. Lagarde ha sottolineato che i rischi al ribasso per la crescita e al rialzo per l'inflazione sono aumentati a causa della situazione dell'Ucraina, e quindi il comitato è pronto a modificare il percorso del programma se le prospettive dovessero cambiare".

Luca Mezzomo, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, la Banca Centrale Europea "ha confermato l’accelerazione del processo di normalizzazione della politica monetaria, nonostante l’incertezza causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Le prime valutazioni dell’impatto economico di quest’ultima appaiono molto miti, almeno nello scenario centrale di previsione. La BCE si tiene una via di fuga aperta, non impegnandosi a un dato livello di acquisti netti nel terzo trimestre (come immaginavamo) e precisando che anche l’intervallo temporale tra la fine degli acquisti e il primo rialzo dei tassi dipenderà dai dati".

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