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Borsa Milano in calo ieri (-0,36%), sale Wall Street con Nasdaq e S&P 500 in rialzo

Le Borse mondiali hanno archiviato la seduta di ieri con performance contrastanti, in una giornata dominata dall’attesa per i nuovi segnali dalle banche centrali. In Europa ha prevalso la cautela, con i principali indici in leggero calo. A Wall Street, invece, il tono è stato più positivo, con il Nasdaq ancora in rialzo trainato dai tecnologici. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,36% a 40.166 punti. Analoga la dinamica dell’All Share, in calo dello 0,37%. Nel resto d’Europa, il CAC 40 di Parigi ha ceduto lo 0,31%, l’AEX di Amsterdam lo 0,38%, e lo Swiss Market Index lo 0,44%. Male anche il WIG20 di Varsavia (-0,48%). Positiva invece Francoforte, con il DAX in rialzo dello 0,08%, mentre Londra ha segnato un +0,23% grazie al supporto dei titoli energetici. Lo IBEX 35 spagnolo ha guadagnato lo 0,30%, bene anche l’ATX austriaco (+0,52%) e il BEL 20 belga (+0,21%). Negli Stati Uniti, gli indici hanno chiuso in moderato rialzo. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,38% a 20.974 punti, mentre l’S&P 500 ha segnato un progresso dello 0,14% a 6.305 punti, sostenuto dai titoli tecnologici e da alcuni trimestrali sopra le attese. In lieve calo invece il Dow Jones, che ha perso lo 0,04%, chiudendo a 44.323 punti. Il listino dei titoli a bassa capitalizzazione, il Russell 2000, è sceso dello 0,40%, riflettendo un sentiment più debole sulle small cap. In aumento la volatilità, con il VIX in salita dell’1,46% a 16,65 punti. Gli operatori restano cauti in vista dei numerosi appuntamenti odierni: in programma i discorsi di tre principali banchieri centrali – Andrew Bailey (BoE), Jerome Powell (Fed) e Christine Lagarde (BCE) – che potrebbero fornire nuove indicazioni sull’evoluzione dei tassi di interesse e della politica monetaria globale. Il focus si concentra anche sul Bank Lending Survey della BCE, in uscita in mattinata, e sui dati macro statunitensi del pomeriggio (indice Redbook, Fed di Richmond e scorte di petrolio). I mercati guardano già al simposio di Jackson Hole, in programma dal 21 al 23 agosto, da cui potrebbero emergere orientamenti più chiari sulla prossima fase monetaria. 

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