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Finita l'era dei tassi negativi, per il momento unica certezza la volatilità /PAROLA AL MERCATO

La Bce dice addio ai tassi negativi: la banca centrale ha annunciato un rialzo di 50bp, che ha portato il tasso sui depositi a 0%. L'attesa era che il rialzo di luglio sarebbe stato di 25 bp, seguito da uno più corposo a settembre. Perché questo cambiamento in corsa? Secondo Pasquale Diana, Head of Macro Research di AcomeA sgr, "la Bce sa che i rischi di recessione sono saliti, e quindi c’è una finestra di tempo probabilmente limitata per portare i tassi su livelli normali". Allora, "meglio usare questa finestra nella maniera più efficiente possibile, e quindi iniziare con un rialzo più corposo, anche alla luce dei rischi d’inflazione più elevati rispetto a giugno. In secondo luogo, la banca centrale ritiene che il nuovo strumento (TPI) sia in grado di contenere la frammentazione e pertanto consente alla BCE di procedere con passo più spedito. In questo senso, l’unanimità sulla decisione di oggi assume i connotati del compromesso: uno 'scudo' allo spread che rassicura le colombe, in cambio di un rialzo più corposo che fa felici i falchi.

Un do ut des, insomma, secondo Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, "tra un rialzo più corposo in cambio del via libera al piano anti-frammentazione (TPI) che reca però 4 condizioni (rispetto del patto di stabilità, assenza di procedure di infrazione in corso, sostenibilità del debito secondo il giudizio di diversi istituti tra cui il MES, rispetto dei criteri per l'accesso al recovery fund), che fanno riferimento a condizioni di stabilità politica tali da poter garantire il percorso previsto per il rispetto dei vari milestones e target necessari per ottenere i fondi dei recovery plan nazionali". E sicuramente, come ricorda Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, la Bce "intende effettuare scelte secondo piena discrezionalità, senza essere ostaggio di nessun attore economico o politico".

UNICA CERTEZZA LA VOLATILITA'
"Poco consolante - secondo Antonella Manganelli, ad e responsabile Investimenti di Payden&Rygel Italia - l’annuncio sullo strumento anti-frammentazione, che purtroppo non è risultato né dettagliato né convincente quanto sperato. In aggiunta, quanto comunicato è suonato abbastanza complesso nell’ipotesi di un’eventuale implementazione. E l’immediata reazione del mercato non ha mancato di mostrare proprio questo scetticismo: l'euro non si è apprezzato, gli spread si sono allargati. Guardando al prossimo futuro, anche alla luce degli eventi politici del nostro Paese di questa settimana, è diventato molto probabile che al mercato venga voglia di testare le intenzioni della Bce, e quel livello di spread di 250 punti base che finora sembrava un tetto. Pertanto, crediamo che per adesso il rischio per spread e rendimenti a scadenza dei governativi italiani sia purtroppo al rialzo; allo stesso tempo, l’inversione di tendenza potrebbe essere molto veloce se la Bce dovesse decidere di agire più velocemente di quanto adesso non sembri. In altre parole, l’unica certezza per ora sembra restare la volatilità".

Anche per Santin ora "il rischio è che, alla luce dei recenti avvenimenti politici in Italia, i mercati finanziari vadano a testare la risolutezza della BCE a contenere l’allargamento degli spread". E se, come è stato detto, "una prima soglia di attenzione è fissata a 250bp, tuttavia un giudizio importante verrà ricoperto anche dalla rapidità del movimento. E’ probabile che in una contesto estivo caratterizzato da illiquidità, il Btp continui ad incorporare premi di rischio elevati".

D'altra parte, proprio in Italia le dimissioni di Draghi hanno riportato il focus sul rischio frammentazione dell’Area Euro, con i tassi dei Btp e lo spread contro il Bund in forte rialzo. Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm, nota che "la Banca Centrale ha ricercato un complesso equilibrismo: volendo ribadire da un lato la volontà di combattere l’aumento dei prezzi, anche a scapito delle preoccupazioni sulla crescita economica, ma riaffermando il supporto al progetto Euro in una giornata complessa, partita con le dimissioni di Mario Draghi. La mossa ha funzionato? I primi segnali sembrano suggerire che i mercati stiano reagendo con nervosismo alla narrativa dettata da Francoforte". Inoltre, il nuovo tool, il Tpi non "viene considerato ancora abbastanza forte dai mercati, in un contesto di inflazione elevata, crescita in rallentamento ed alto rischio geopolitico". 

Per Konstantin Veit, Portfolio Manager European Rates di Pimco, "se da un lato vediamo che la Bce finirà per effettuare un numero di rialzi inferiore a quanto previsto dal mercato sulla base di prospettive di crescita più deboli, dall'altro l'inflazione dell'eurozona per il resto dell'anno rimarrà elevata e la pressione sulla BCE per intervenire sarà elevata anche nel breve periodo". 
 

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