• Real Estate

Gva Redilco & Sigest diventa Dils, chiude il 2021 superando i 40 mln di euro e punta ai 100 nel 2026

Obiettivo l'internazionalizzazione attraverso M&A in loco. Cosa accadrà in futuro? Amitrano, "sarà sempre più ibridazione tra asset class"

Gva Redilco & Sigest cambia nome, da oggi è Dils: il rebranding avviene in occasione dei 50 anni dalla fondazione del gruppo per il quale si apre una nuova fase. Fondata nel 1971 e dal 2016 è guidata da Giuseppe Amitrano, dopo un’operazione di management buyout. Nel 2019 integra Sigest, realtà del settore real estate attiva da oltre 30 anni nel mercato residenziale. Ne nasce Gva Redilco & Sigest. Nell’autunno di quest’anno è entrata nel capitale con una quota di minoranza Redeal, una società veicolo costituita dalla H14 della famiglia Berlusconi, che ha coinvolto nell’investimento altri importanti family office e imprenditori italiani e internazionali. Tra questi, le famiglie Marzotto, DorisAlessandri e de Brabant.

"Dopo 50 anni abbiamo deciso di cambiare nome alla nostra società. Non si tratta - spiega Amitrano - solo del brand, ma di un nuovo modo di pensare e di vedere le cose". Non a caso 'It's time to imagine your future space', claim che accompagna la campagna, "è un invito decisamente più allargato, nella consapevolezza che anche nel resto del mondo, dal basso, è partita la voglia, l'esigenza delle persone di cambiare le cose". Del resto, "quella immobiliare è una industry che vale 270 trilioni di dollari, la più grande al mondo, ma è anche quella che innova di meno". Ecco dunque Dils, che evoca il termine deal inglese, e dunque l'accordo, l'affare, la transazione, ma che anche ricomprende alcune delle lettere del brand originario. Un nome che definisce un obiettivo ben preciso: "vogliamo essere i primi, tra coloro che offrono servizi immobiliari, ad andare all'estero. Dove? Innanzitutto in Spagna, Francia e Portogallo. Poi Germania, Benelux e Polonia, quindi blocco Uk. Tutto per step successivi. Le modalità sono chiarite dall'ad: attraverso M&A di società locali "che abbiano la nostra medesima spinta all'innovazione e una forte predisposizione al cambiamento". E il tutto per ricavi stimati di 100 milioni di euro entro il 2026. Oggi Dils conta una media di 2,5 miliardi di transazioni annuali ("forse quest'anno di più" ammette Amitrano, in virtù del risultato record), due sedi, a Milano e a Roma; 3 milioni di metri quadri gestiti in Italia, 130 dipendenti. Numeri in costante crescita se si pensa che solo nel 2015 il giro d'affari era di 6 milioni di euro e i professionisti 30. Grazie al mangement buyout, l'accelerazione è stata importante (Cagr 2017-2020 35,46%). 

Intanto la società stima un mercato immobiliare italiano in crescita: "secondo le nostre stime, e considerando che dicembre pesa per il 30-35% delle transazioni e che l'Italia vede una media di 8 mld di investimento l'anno, nel 2021 gli investimenti dovrebbero aggirarsi tra i 9 e i 10 miliardi di euro". Con un 70% di capitale investito che è straniero (media costante).

Ma come sarà il futuro prossimo dell'immobiliare. La parola d'ordine è "ibridazione" tra i vari asset. Un esempio? Gli uffici, che nelle previsioni di Amitrano avranno un fortissimo impulso a partire dal 2022. Funzionerà chi saprà mettere insieme welllness, living, retail. L'ibridazione sarà il minimo comune denominatore, che varrà anche in termini si talent attraction: "è diventato mandatory" chiosa l'ad. Così come anche "nel residenziale è d'obbligo l'ibridazione". Ma Amitrano immagina anche un importante cambiamento per l'hotellerie: "i grandi gruppi dell'hospitality abbracceranno sempre più formule di affitto short term o addiritttura approderanno al mondo degli uffici". Nascerà anche un Index (pubblico) che grazie ad un algoritmo in grado di porcessare una grande quantità di dati fornirà tutta una serie di indicazioni utili per chi dovrà investire, acquistare, capire le tendenze del mercato con informazioni granulari.

Banner-Adv
Banner-Adv