• Fashion

Il presidente di Giglio Group, siamo passati dal Black Friday al Black Month

"Il piccolo è ancora bello e ha grandi opportunità se digitale"

Dal Black Friday al Black Month, dal 'piccolo non è più bello', inteso come dimensione, taglia di impresa, al 'piccolo è ancora bello purché digitale'. I cambi di paradigma che il Covid sta imponendo sono molti, sicuramente guidati dalla rivoluzione digitale. "Il Covid ha inciso in maniera irreversibile sulle abitudini d’acquisto, cambiando anche i modelli delle grandi aziende, dei produttori e dei consumatori. Abbiamo potuto verificare quest'anno che non c'è stato il famoso Black Friday, ma di fatto c'è stato un Month Friday: le promozioni si sono estate in tutto l'arco del mese di novembre e alcune proseguono anche adesso. Questo è un segnale preciso". Alessandro Giglio, presidente di Giglio Group, e-commerce media company quotata a Piazza Affari, vede anche dalla recente edizione del Black Friday i segni di un cambiamento irreversibile. Gli acquisti nei negozi fisici vengono in parte sostituiti da quelli online, che vedono un aumento dei volumi, pur con una contrazione dello scontrino medio. "Noi - evidenzia Giglio a Luxury&Finance - abbiamo aumentato considerevolmente i volumi rispetto a quelli dell'anno precedente. Questo significa che questa trasfromazione delle abitudini di acquisto è ormani un dato consolidato e irreversibile. Il Black Month - chiosa - è la dimostrazione". Per il gruppo, i volumi, intesi come numero di transazioni, sono cresciuti nel mese di novembre del 45%. E se, come denuncia Deloitte, si assiste a una contrazione degli acquisti natalizi del 48%, "la metà degli acquisti rispetto allo scorso anno e un incremento del 50% in più dell'ecommerce mostrano chiaramente come quest'ultimo sia diventato importante e come i canali di vendita tradizionali stiano diventando marginali, residuali. La ripresa economica di alcuni settori, non solo il fashion, passano attarerso solo il canale ecommerce". 

Se dunque molti negozi fisici "non riapriranno nel nuovo anno, il Covid li ha chiusi per sempre", molte altri, così come molte aziende, pur di piccole dimensioni hanno la possibilità di abbracciare ora un mercato globale: "non sopravviveranno le aziende più grandi ma quelle che si adatteranno al cambiamento digitale. Il commercio è il settore dove questo si manifesta in maniera più evidente, ma è un principio che può essere applicato a tutte le aziende. Chi non si adatta verrà spazzato via nelle prossime settimane. Molte vetrine nelle città non riaprianno più. Vetrine chiuse che tali resteranno anche dopo. Su questo si apre una discussione, una sfida su come dovranno essere occupati gli spazi, come dovrà essere trasformata la città, la mobilità. Un cambiamento epocale nelle nostre vite". E chi non coglie questa repentina escalation di trasfromazione digitale, osserva Giglio, è destinato alla morte certa. Di più. "Le grandi aziende nei momenti di trasformazione tecnologica sono franate in pochi mesi. Un esempio significativo è rappresentato da Blockbuster: era monopolista del noleggio dei film, prima videocassette, poi dvd. Era Netflix ma non lo aveva capito. Anche un gigante di quelle dimensioni globali è riuscito a scomparire nel giro di sei mesi". Un esempio per chiarire dunque che "il modello grande è bello e piccolo è fragile su alcuni settori ha una propria ragione, pensiamo all'industria dell'auto. Se invece lo pensiamo su altri, allora se il piccolo è abbinato a una forte organizzazione digitale può diventare globale. Da negozio di vicinato a negozio globale. Da piccola realtà che produce qualcosa di qualità e che è relegato a un quartiere cittadino con una clientela ormai sparita, a realtà che può trovare successo dal Giappone alla Corea e e incontrare la grande opportunità della sua vita".

Uno strumento, dunque, che può ampliare e amplificare la visibilità del prodotto. Se poi il prodotto vale, avrà un seguito, altrimenti non lo avrebbe comunque avuto. Giglio insiste poi su un altro elemento , quello del lavoro: "dobbiamo poi assolutamente sfatare l'idea che il digitale tolga posti di lavoro: li aumenta. Non bisogna restare ancorati al vecchio modello. E' fondamentale è cambiare mentalità, modello di business, attivarsi per sfruttare le grandi risorse del digitale. Il tema importante è la formazione delle persone. Noi abbiamo una serie di posizioni aperte sul digitale, ma noi non riusciamo a trovarle. In un momento in cui aumenta la disoccuzpazione si fatica a trovare persone preparate per il digitale". Ed è, avverte, "una richiesta di lavoro che aumenterà sempre di più nei prossimi anni". Insomma, "tutto ormai avviene in maniera digitale e non poteva mancare quindi un Natale completamente digitale: il Black Friday che precede gli acquisti natalizi è diventato quest’anno un Black Month perché tutti si sono attrezzati per estenderlo da un giorno ad un mese. Le aziende che hanno sfruttato la possibilità del digitale in questo Black Month hanno accresciuto in maniera sensibile le vendite ed hanno compensato ampiamente il calo dei negozi fisici".

Banner-Adv
Banner-Adv