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Manifatturiero, distretti più produttivi del 10%

PwC, favorire aggregazioni per superare impatto emergenza sanitaria

I distretti industriali, che sono oltre 150 in Italia, sono più competitivi rispetto alle aree non distrettuali e hanno una produttività del lavoro superiore di circa il 10%. Ecco perché, per superare le conseguenze dell'emergenza sanitaria e mitigare l’impatto del Covid-19  serve un supporto mirato all'aggregazione industriale. A sostenerlo PwC nell'ambito del digital event 'Italia 2021 – L’Industria: Competenze per riavviare il futuro'. Per favorire le aggregazioni sia verticali che orizzontali, è necessario facilitare l’accesso agli incentivi esistenti, rafforzando il bonus aggregazioni e rivedendone le modalità di erogazione. Per rilanciare il settore, servono anche semplificazione dell’accesso al credito e alla liquidità: "nel 2020 si prevede un aumento della probabilità media di default nel comparto manifatturiero dal 3,9% al 5,7%. È necessario favorire l’accesso alla liquidità delle azienda, snellendo le procedure di emissioni obbligazionarie, incoraggiare l’entrata di nuovi investitori attraverso incentivi fiscali ad hoc e, infine, garantire e accelerare il pagamento del debito della PA, anche con compensazioni fiscali".

Quindi un piano infrastrutturale di investimenti per la ripresa economica: per supportare i settori strategici del made in Italy e la ripresa economica interna è necessario predisporre un piano infrastrutturale che preveda investimenti in progetti con alto moltiplicatore di Pil e occupazione, con un’attenzione all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Gli stimoli fiscali per gli investimenti delle imprese in digitalizzazione e innovazione devono essere ripristinati o potenziati. Nell'ambito dell'evento è emerso anche che sono importanti programmi di upskilling digitale e incentivi al trasferimento tecnologico: l’Italia ha un livello di maturità digitale ancora troppo limitato rispetto alla media europea, posizionandosi al 25esimo posto su 28 Paesi Ue nella classifica Desi 2020. Il nostro Paese deve intraprendere un percorso di trasformazione e formazione digitale anche attraverso il digital upskilling, per garantire sia un ritorno dell’investimento di nuove soluzioni digitali sia un’efficiente gestione delle metodologie di lavoro da remoto.

Servono poi un piano di incentivi per la domanda e i consumi e un processo strutturato per aggiornare il modello operativo ed organizzativo. In particolare, sono 4 le aree aziendali su cui si ottengono maggiori benefici dagli investimenti in tecnologia e digitalizzazione, secondo PwC che indica visibilità e tracciabilità della supply chain; automazione delle linee di produzione; area commerciale e vendite con tutte le soluzioni di e-commerce; assistenza clienti/post vendita e supporto da remoto.

"La crisi indotta dall’emergenza Covid-19 richiede un’azione vigorosa per rilanciare il settore manifatturiero, sia per il ruolo fondamentale che ricopre per il sistema Italia, sia per la quantità di persone coinvolte. Per ridurre gli impatti dell’emergenza sociale - ha detto Vincenzo Grassi, partner PwC Italia, Industrial Manufacturing & Automotive Leader - riteniamo sia urgente intervenire in modo sinergico su: incentivi alla domanda e alle aggregazioni, upskilling e stimoli fiscali. Queste politiche richiedono un approccio di sistema con il coinvolgimento di tutti gli attori che possono contribuire ad un rilancio del settore manifatturiero: istituzioni, imprese, associazioni di categoria, centri di ricerca, università”. Nel suo intervento, Marco Taisch, professore del Politecnico di Milano e presidente del Made Competence Center ha spiegato: "Il lockdown è stato un acceleratore dei processi di trasferimento digitale. Ci ha fatto comprendere come oggi non si possa più fare a meno delle tecnologie digitali. Supportare la Transizione verso il 4.0, garantendo liquidità e benefici fiscali, è quindi fondamentale per il Paese per cogliere le opportunità di crescita".

"Le priorità per far ripartire il Paese - ha evidenziato Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo - devono essere ispirate al concetto di Italia Facile: più connessa, più green, con una burocrazia più snella, più attrattiva per i capitali esteri.  È necessario colmare il gap infrastrutturale e digitale, agire per una reale semplificazione, puntare sull’economia verde.  Mi aspetto che il decreto semplificazioni sia, nella sua versione finale, snello e facilmente comprensibile". “La chiave per il rilancio può essere un “green new deal” del made in Italy, che punti alla valorizzazione di filiere ad altissima qualità, investimenti in tecnologia, progetti di transizione energetica, economia circolare. È necessario, però, darsi obiettivi concreti e agire per raggiungerli in tempi rapidi. Se arriveranno i 2 mld di fondi europei che potrebbero essere destinati all'Italia per investimenti green, dobbiamo essere in grado di lanciare e realizzare progetti per creare nel Paese 1 milione di posti di lavoro in pochi anni”.

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