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Moda e caporalato: quando il lusso inciampa nella filiera
Il caso Tod’s riaccende i riflettori su una questione che ciclicamente torna a scuotere il settore della moda: quella del lavoro irregolare e dello sfruttamento nelle filiere produttive del lusso. L’inchiesta aperta dalla Procura di Milano, che coinvolge due aziende cinesi subfornitrici del gruppo marchigiano, ipotizza un sistema di caporalato e sfruttamento della manodopera impiegata nella produzione di articoli destinati al marchio. La magistratura dovrà accertare le responsabilità, ma l’episodio — che segue di pochi mesi il caso Loro Piana, emerso quest’estate — riporta al centro dell’attenzione un tema strutturale: la fragilità dei controlli lungo catene di fornitura sempre più estese, internazionali e difficili da monitorare. Il paradosso del Made in Italy, celebrato nel mondo come sinonimo di qualità, eccellenza e artigianalità, è proprio questo: dietro i marchi del lusso possono annidarsi zone d’ombra in cui il lavoro perde valore e diritti. Una filiera lunga, frammentata e complessa, che spesso coinvolge laboratori terzi e subappalti multipli, può trasformarsi in un terreno fertile per pratiche opache e per l’elusione delle regole. “L'ennesimo caso che conferma, anzitutto, la necessità di predisporre procedure interne utili non solo alla corretta selezione dei fornitori, ma anche al monitoraggio dell'esecuzione del relativo rapporto, redatte tenendo conto delle molteplici tematiche sottese alla compliance della supply chain – interviene l’avv. Francesco Falco, Head of Compliance, DWF Italy - In tal senso, dette procedure dovrebbero prevedere, oltre ad una selezione basata sulla storicità ed affidabilità del fornitore, un monitoraggio volto ad attivare alert specifici e graduati sulla base delle informazioni pubbliche (e.g., bilancio e visura) e dei dati disponibili raccolti nel corso dell'esecuzione del rapporto (e.g., tramite verifiche interne sul luogo di provenienza della merce, mediante confronti costanti tra gestori dei contratti, a mezzo verifiche online). In aggiunta, ed in coordinamento, è essenziale che i contratti di fornitura regolino, in uno con specifiche clausole di risoluzione e di manleva volte a disciplinare le conseguenze di tali iniziative giudiziarie, penetranti diritti di audit, idonei a consentire le verifiche necessarie a prevenire problematiche di questo tipo (oltre che a raccogliere la documentazione necessaria al costante monitoraggio in corso di rapporto).” Un punto di vista condiviso anche da Marco Sartori, ceo di Kyp, esperto di compliance e di meccanismi di governance preventiva, che aggiunge: “quello che oggi accade a Tod’s non è un episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di un problema sistemico nella gestione delle filiere. I controlli formali non bastano: serve un monitoraggio continuo e strutturato, capace di verificare chi realmente produce e in quali condizioni. Gli strumenti esistono – dall’intelligenza artificiale alla blockchain – e consentono di intercettare tempestivamente criticità e anomalie nei rapporti di fornitura. Il punto è usarli, e farlo con metodo. La responsabilità dell’impresa oggi non si ferma ai cancelli della sede legale, ma si misura nella trasparenza e legalità della sua intera catena produttiva”. La tecnologia può diventare quindi un alleato fondamentale e pilastro della responsabilità aziendale, come conferma Azzurra Gullotta, Sales Manager per Italia e Spagna di Achilles. “È sempre più fondamentale concentrarsi sulla coda lunga dell'approvvigionamento, poiché anche i controlli accurati ma poco approfonditi della catena di fornitura possono generare un vero e proprio effetto boomerang, talvolta causato da un singolo contratto. Per questo motivo, l'intelligenza artificiale combinata con l'esperienza sul campo è diventata un elemento essenziale per anticipare e mitigare i rischi. In Achilles, stiamo avanzando in questa direzione: integriamo tecnologia, conoscenza del settore e presenza globale per garantire una protezione reale su tutti i fronti, dalla violazione dei diritti umani, alla frode finanziaria e ad altri ambiti critici di rischio".