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Mussini (Panaria Group), “pronti al salto sulla sostenibilità, innovazione tecnologica essenziale”

Archiviato Cersaie, Panaria Group si prepara ad affrontare il futuro prossimo con i piedi ben piantati per terra, nella consapevolezza che sono necessari investimenti per un futuro sostenibile e contemporaneamente avendo la certezza che la tecnologia deve essere a supporto dell’innovazione, per evitare inutili proclami.

 

Ma andiamo con ordine. Emilio Mussini, presidente della multinazionale della ceramica, con Luxury&Finance traccia un primo bilancio della più importante manifestazione del comparto ceramico.

“All’appuntamento con la passata edizione di Cersaie, ci eravamo preparati con il massimo dell’impegno, consapevoli delle difficoltà, soprattutto da parte dei visitatori da Oltreoceano e asiatici, a muoversi, ma abbiamo creduto che sarebbe stata, e i dati lo confermano, una fiera piena e non di passaggio. Non ci sono stati risparmi in termini di propositività e di novità presentate all’interno di questa edizione. Cersaie si è presentato con un ‘quartiere aggiornato’, spazi espositivi più ampi e moderni Ci siamo voluti presentare con un progetto nuovo, capace di sottolineare la personalità dei brand, ma all’interno di un codice di stile identificativo del gruppo: non un aggregato sterile, di entità autonome, ma un coordinamento gestito attraverso la collaborazione con Ferruccio Laviani”.

Perché ha funzionato?

“Ha funzionato perché siamo riusciti coinvolgere a un gioco di squadra. Era necessario che la manifestazione venisse gestita con un modello espositivo aperto. Una rivoluzione che ha richiamato quasi il 60% dei visitatori rispetto al 2019. Dato che , in un momento ancora alle prese con il Covid, è indubbiamente un risultato importante.

Ma il comparto è alle prese, come tutti del resto, con le dinamiche inflattive e con il ritardo nelle consegne.

“Dobbiamo anche noi offrire una lettura dei fenomeni. L’azienda dà corso ai suoi programmi operativi e ai suoi investimenti a lungo termine. Lo scenario internazionale è sempre sotto osservazione. Inevitabilmente. E’ vero che la spinta inflattiva generata dal tema dell’energia, delle materie prime e dei trasporti, che sono le tre aree più surriscaldate, produce a valle un effetto a breve termine, che non è così immediatamente trasferibile. Non è possibile attutirlo se non in un tempo relativamente breve. Il pericolo dell’alta inflazione c’è, ma le autorità monetarie speriamo abbiano la saggezza, e le modalità, per contenerlo. Avremo certamente un autunno e un inverno un po’ in subbuglio da questo punto di vista”.

Superbonus 110% protratto a 2023. Non oltre.

Le misure del Superbonus, così come altre, le accogliamo in maniera positiva, anche se siamo sempre stati a favore di misure più strutturali o almeno con un respiro maggiore, le sole in grado di attenuare le pressioni in termini di disponibilità e di prezzi. Possono distendere meglio l’attività economica sulla pianificazione”.

Prossime sfide?

“Partiamo dal presupposto che questa fase espansiva supporta il nostro piano di investimenti, finalizzato ad essere maggiormente competitivi, con una maggiore produttività. Questo assorbirà per i prossimi tre anni l’azienda in maniera intensa. Ma quello che è importante è recuperare tutto quello che era e che il Covid ci ha tolto. Ad esempio le relazioni fisiche, che sicuramente a noi italiani porteranno un importante beneficio. Ritengo che dal punto di vista delle relazioni commerciali siamo i migliori del mondo. Non ci mancano né le idee, né le opportunità e, di conseguenza, su questo fronte sono assolutamente positivo.

Dettagli sul piano?

E’ pianificato in Italia e all’estero per i prossimi anni. Consideriamo ordinari 25 milioni di euro l’anno, Ma se vi dovessero essere situazioni specifiche, che possono determinare un ritorno dell’investimento, possiamo certamente allargare. Ma la base che riteniamo adeguata per la nostra impresa sono 25 milioni anno.

Quanto in sostenibilità?

Gli investimenti, anche quelli di natura tecnologica, sono guidati da una logica di utilizzo massimo delle risorse. Lo spreco delle risorse appartiene al passato. Oggi le tecnologie lavorano molto sulla produttività e sulla gestione minima delle materie. Un esempio? Gli spessori, gli imballaggi, la logistica. Lavoriamo in tutti gli ambiti al fine di essere meno impattanti. Ormai ci sentiamo responsabili. Il percorso lo abbiamo intrapreso diversi anni fa, in maniera decisa attraverso l’innovazione delle lastre sottili che, di per sé, sono un punto brillante della sostenibilità ceramica. Va da sé che una superficie che ha una massa che è un terzo circa rispetto alla tradizionale ceramica, la correlazione è quasi proporzionale in tutti i materiali, materie prime, energie e costi di trasporto e imballaggi. Lo sforzo è sviluppare materiali prestazionali che richiedono meno materia ed energia. E’ fondamentale e noi siamo orientati esclusivamente su questa direttrice.

 

C’è chi si è lanciato sull’idrogeno

Il nostro settore sta lavorando intensamente con il mondo della ricerca e degli impianti al fine di trovare una via alternativa. Tutti siamo convinti e favorevoli allo switch, se ci sarà, verso una energia più pulita. Ma attenzione alle illusioni e ai proclami, che devono dimostrare il loro fondamento. La conversione all’idrogeno degli impianti è in parte possibile, ma la distribuzione e le modalità di produzione sul posto vanno ben misurate da un punto di vista dell’efficienza, affinché quello che guadagno da un lato non lo perdo dall’altro. La sostenibilità deve essere verificata anche dal punto di vista del saldo. Dobbiamo fare un percorso che possa portare a una totale conversione. Visto che ci vengono chiesti obiettivi specifici al 2030 e al 2050. La ricerca non ci ha dato ancora un traguardo immediatamente disponibile. C’è da lavorarci. Tutto il sistema è estremamente favorevole, Per salti sostenibili abbiamo bisogno anche di salti tecnologici che non sono nella nostra piena disponibilità. Uno sforzo che non è alla portata di uno solo, ma dell’intero sistema.

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