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Otb presenta il Sustainability Report 2021: “la vera responsabilità sociale è il sostegno alla filiera”

Il Gruppo Otb, proprietario dei marchi Diesel, Maison Margiela, Jil Sander, Marni, Viktor&Rolf, con una quota di minoranza del marchio Amiri e al controllo delle aziende Staff International e Brave Kid, ha presentato il suo primo Sustainability Report. La sostenibilità per Renzo Rosso arriva da molto lontano: “nasco sostenibile, perché sono nato in una fattoria e da sempre ho sentito la vicinanza alla terra, al verde”. Così Rosso introduce il Bilancio di Sostenibilità del 2021, risultato di un lavoro che perdura da diverso tempo, e rispetto al quale alcuni aspetti “sono già sorpassati”, ma che mostra dove Otb sia arrivata. E da dove vuole partire. “La sostenibilità è nell’educazione, è uno state of mind, trovo che sia greenwashing associare la sostenibilità al mero utilizzo di plastica riciclata“, afferma Rosso, che spiega come la parte più difficile del percorso sia ottenere le certificazioni: “si può essere al 90%, ma se non si arriva al 100%, non si può dire di essere sostenibili. In questo, al momento, Diesel è l’azienda più avanti di tutte, nel denim il 70% della collezione è sostenibile”. Il brand infatti sta iniziando a consegnare capi che contengono all’interno un qr code che, scansionato, indica la tracciabilità del prodotto, dalla materia prima alla consegna. Ubaldo Minelli, Ceo del gruppo, conferma l’importanza di condividere la rotta tracciata da Otb per lo sviluppo sostenibile, considerato una leva di business che favorisce l’innovazione, ottimizza la filiera e i prodotti: “volevamo essere dei catalizzatori per il nostro settore ed era arrivato il momento di rendicontare tutto quello che abbiamo ottenuto in questi anni, anticipando le normative, che per ora non prevendono rendiconti per le società non quotate”, confermando poi che il Gruppo sta valutando la quotazione: “è una nostra ambizione che vorremmo realizzare tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Il bilancio sociale è sicuramente uno dei passi che va in quella direzione”.

Nel 2013 Otb in collaborazione con il Gruppo Bnb Paribas ha dato vita al progetto Cash (Credito Agevolato Suppliers’ Help) che permette ai fornitori del gruppo di avere un accesso al credito in maniera veloce e a condizioni agevolate, portando il Gruppo a erogare in 9 anni oltre 400 milioni di euro. “Questo progetto, che abbiamo esteso a tutti i fornitori eleggibili in base a dei kpi da noi introdotti, è un aiuto fondamentale per la sostenibilità economico-finanziaria della filiera italiana, che è stata supportata anche durante la pandemia: Otb ha deciso di confermare gli ordini e gli impegni assunti con la filiera prima del lockdown, in coerenza con il valore della solidarietà” spiega Minelli, che aggiunge che entro fine anno il Gruppo vorrebbe attuare un terzo step a sostengo della filiera, acquisendo partecipazioni di minoranza in eccellenze italiane.

Sara Mariani, responsabile della sostenibilità all’interno di Otb, spiega l’impianto della strategia di sostenibilità ‘Be Responsible. Be Brave’, lanciata nel 2021 e fondata su tre pilastri: il primo, ‘Protecting our Planet’ ha ad oggetto l’ambiente e si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 la neutralità carbonica nelle funzioni interne e entro il 2050 nell’intera catena del valore: “ad oggi utilizziamo il 41% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e stiamo modificando tutti i contratti di approvvigionamento per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti”. Otb, oltre ad essere membro del Fashion Pact, nel 2021 ha aderito al Roadmap to Zero Programme promosso dalla Zero Discharge of Hazardus Chemicals Foundation, impegnandosi a eliminare l’uso di sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi e a coinvolgere tutti i fornitori entro il 2030. Il Gruppo considera anche il tema della biodiversità, da realizzarsi attraverso l’agricoltura rigenerativa, prediligendo fornitori di prossimità, in particolare per il cotone, che rappresenta l’82% dell’outsourcing. Ulteriore goal l’eliminazione delle microplastiche dal packaging, con l’obiettivo di passare a involucri realizzati da risorse riciclate nel 2023 nel b2b, nel 2025 nel b2c. Il prodotto è al centro del secondo pilastro, ‘The New Fashion System’: “stiamo lavorando con tutti i brand del Gruppo affinché interpretino a modo loro progetti second hand o di upcyling: un esempio in questo senso è il progetto ‘Second Hand’ di Diesel, in cui l’azienda riacquista dai propri clienti un capo vintage, lo ricondiziona e lo rimette sul mercato, o ‘Recicla’ di Maison Margiela, che consiste nella rielaborazione di capi vintage, pochi ma di pregio”.

Otb mira dunque alla circolarità, approcciata in maniera olistica: “Stiamo puntando molto sull’ecodesign, che parte dalla decisione della fine che si vuole far fare a un capo: se deve essere durevole, riciclabile, compostabile. Solo dopo si scelgono materiali, dove produrre, e così via”, continua Mariani. ‘Brave together’ è il pilastro su cui si reggono la comunità e il welfare aziendale, in base a cui il Gruppo si impegna a verificare il living wage, a garantire la formazione, a attuare i valori della diversità e dell’inclusione, in un’azienda in cui le posizioni manageriali sono ricoperte per il 51% da donne. A realizzare progetti ad impatto sociale è la Otb Foundation, per la quale Renzo Rosso e Arianna Alessi sono stati premiati la scorsa domenica presso il Teatro alla Scala in occasione dei Cnmi Sustainable Fashion Awards, per il merito di aver creato dal 2008 più di 300 progetti con una ricaduta positiva su 300 mila persone. 

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