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Presidenziali Usa, la parola al mercato

Le analisi di Plenisfer e Neuberger Berman

"In queste ore, negli Stati Uniti, sono in corso le votazioni che porteranno all’elezione del prossimo Presidente. Un’elezione che, come sempre, avrà significative ricadute sui mercati finanziari. Nel breve periodo lo scenario peggiore, solo parzialmente scontato dai mercati finanziari, è quello di “risultato contestato”. Lunghi conteggi del voto in diversi Stati, forti contrasti su chi abbia effettivamente vinto e potenziali tensioni sociali che si protraggono per diverse settimane dopo il 3 novembre. In tale scenario, in un mercato già alle prese con la risalita della curva dei contagi e nuovi lockdown sia in Usa sia in Europa, si assisterebbe a una forte volatilità". E' l'analisi di Giordano Lombardo, fondatore e Ceo di Plenisfer Sgr alla vigilia dell'Election Day americana. Ma cosa accadrà una volta stabilito il risultato delle elezioni? "La priorità del candidato che risulterà vittorioso, indipendentemente da quale sarà, passerà dall’obiettivo di vincere le elezioni a quello di sostenere la domanda interna e la crescita economica. E ciò avverrà attraverso un fortissimo stimolo fiscale" avverte Lombardo. "Le modalità di questo intervento potranno differire nei due casi. In caso di vittoria di Trump, cercando di evitare lockdown a livello statale o locale. Se a vincere sarà Biden, privilegiando i trasferimenti ai governi locali e alle famiglie a basso reddito. Ma in entrambi i casi il vincitore delle elezioni cercherà disperatamente di avviare una robusta ripresa economica fin dai primi mesi del 2021".

Il successo di questo tentativo "dipenderà molto da quanto la nuova amministrazione saprà accompagnare lo stimolo fiscale con interventi mirati e preventivi anche sul piano sanitario. In modo da migliorare la fiducia delle famiglie e delle imprese anche prima che venga reso disponibile un vaccino. Senza promesse di soluzioni miracolose. In questo caso, potremo assistere anche ad una ripresa della fiducia degli investitori sulla crescita, non solo Usa ma globale. Ma attenzione: avremo un aumento dei deficit pubblici dei paesi sviluppati a livelli che non abbiamo mai visto, se non nel secondo dopoguerra. Questo indurrà finalmente molti operatori a interrogarsi sulla loro sostenibilità. E a chiedersi per quanto tempo ancora le banche centrali potranno tenere ancorati i rendimenti dei titoli pubblici ai livelli attuali, bassissimi se non negativi. Gli investitori devono tener conto di questo rischio fin d’ora e dovrebbero quindi guardare a un asset allocation molto diversa da quella tradizionale" conclude l'esperto.

Per Ashok Bhatia, vice CIO fixed income di Neuberger Berman, "il voto di martedì è importante per gli investitori", ma è "più logico vederlo come la punta di una piramide le cui fondamenta sono favorevoli ai mercati del credito e del reddito fisso, a prescindere dagli esiti". Se le urne decreteranno un’“ondata blu” e Joe Biden guiderà una maggioranza democratica alla Camera e al Senato, vi sono maggiori probabilità di assistere al varo di considerevoli stimoli fiscali, a prescindere dagli sviluppi della crisi sanitaria. Quasi sicuramente i mercati vedrebbero di buon occhio un simile scenario, favorevole alla crescita e negativo per il dollaro. In tal caso, il credito non statunitense e il debito dei mercati emergenti potrebbero essere i segmenti in cui investire, in particolare il debito dei mercati emergenti in valuta locale. Se, al contrario, gli elettori decreteranno un governo diviso, le aspettative di stimoli fiscali saranno probabilmente ridimensionate, ma sussisteranno comunque le basi favorevoli delle politiche monetarie accomodanti e, quasi sicuramente, delle notizie positive sul vaccino per il coronavirus" sottolinea Bhatia. Questo perché "la base della piramide, a nostro parere solida e inamovibile, è costituita dai tassi di interesse prossimi allo zero e dalle politiche monetarie accomodanti, adottate dalla Federal Reserve e da altri importanti istituti centrali. Difficile prevedere un cambiamento di questi fattori, a prescindere dall’inquilino che a febbraio occuperà la Casa Bianca, dalla portata degli stimoli fiscali dell’anno prossimo o da quando verrà messo in circolazione un vaccino efficace contro il coronavirus. Tale base è, secondo noi, favorevole a tutti gli asset di tipo obbligazionari"

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