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PwC, "più di un quarto dei consumatori prevede di ridurre le spese per beni di lusso/premium (37%)

Nei prossimi mesi, oltre un quarto dei consumatori prevede di ridurre le spese in una serie di categorie, inclusi beni di lusso/premium (37%), ristoranti (34%), arte, cultura e sport (30%) e moda (25%). Emerge dal PwC Global Consumer Insights Survey, ricerca condotta su un campione di 9.069 consumatori su 25 paesi. Nel complesso, l'aumento dei prezzi dei generi alimentari è stato il problema più diffuso, citato dai consumatori che acquistano in negozio (65%) e online (56%), circostanza che oltre la metà degli intervistati (57%) afferma di aver vissuto quasi sempre o di frequente. Con il 69%, Stati Uniti e Canada seguono solo Sudafrica (76%) e Brasile (74%) tra i paesi con il maggior numero di intervistati che ravvisa un'inflazione nei generi alimentari. Anche gli intoppi della catena di approvvigionamento hanno influito sull'esperienza di acquisto, in particolare l'impossibilità di acquistare un prodotto a causa dell'esaurimento delle scorte (online, 43%; in negozio 37%). I consumatori citano anche tempi di consegna più lunghi per gli acquisti online (42%) e code più lunghe o negozi affollati (36%). Per Erika Andreetta, Emea Luxury Community Leader PwC Italia, "la fortuna dell’Italia è che abbiamo filiere produttive, sia nel settore alimentare che nel mondo dell’abbigliamento e del lusso, radicate nel nostro Paese. Gli imprenditori italiani stanno rafforzando gli stabilimenti produttivi in patria, congiuntamente ad azioni di reshoring, con l’intento di essere maggiormente reattivi ai cambiamenti che i consumatori impongono. È indubbio che abbiamo dei costi paese storicamente elevati – dal costo dell’energia al costo del lavoro- e pertanto è fondamentale lavorare sui tempi del Go-to-market, mantenendo alta la qualità di nostri prodotti e delle nostre filiere. Le aziende agili, quelle in grado di gestire interruzioni multiple mantenendo il focus sulla domanda dei propri clienti, si trovano attualmente nella migliore posizione per avere successo in questo scenario turbolento".

I consumatori in questi anni hanno cambiato lo stile di vita e le abitudini di acquisto a seguito della pandemia e molte di queste sembrano essersi radicate e troveranno un consolidamento nei prossimi sei mesi. Il 63% dei consumatori intervistati ha dichiarato di aver già aumentato i propri acquisti online, mentre il 42% ha diminuito gli acquisti nei negozi fisici. La metà degli intervistati cucinava di più a casa e il 50% aveva aumentato le attività ricreative/di tempo libero domestiche. In prospettiva, le previsioni sono: il 50% prevede di acquistare di più online, dato più alto tra i millennial (58%), i giovani millennial (57%) e la Generazione Z (57%) e più basso tra i baby boomer (32%) e la Generazione X (42%); il 39% prevede di continuare a comprare online ai livelli attuali; il 46% prevede di cucinare di più a casa; il 41% organizzerà più attività ricreative/di tempo libero a casa;  il 41% comprerà di più da rivenditori che garantiscono consegne/ritiri efficienti; il 22% acquisterà di meno nei negozi fisici; solo il 33% aumenterà i propri acquisti nei negozi.

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