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Big Ideas: dagli Stati Uniti gli investimenti target 2021

Pubblicato il rapporto annuale Ark Investment Management

Le grandi idee di investimento 2021 sono 15: giunto alla quinta edizione, lo riferisce il rapporto annuale di Ark Investment Management, https://ark-invest.com/big-ideas-2021/, in tema investimento in innovazione ‘dirompente’ – anche intesa come schumpeteriana ‘distruzione creativa’, nel mercato statunitense. L’analisi del rapporto è un punto di riferimento per gli investitori europei, che desiderano orientarsi verso il futuro della tecnologia e percepire trend immediatamente alla portata dei mercati del vecchio Continente. La somma delle previsioni di capitalizzazione di queste idee è quasi inimmaginabile: oltre 50mila miliardi di euro nei prossimi 20 anni.

Il rapporto dosa con giusto equilibrio numeri, tecnologie e rischi; permette di fare un viaggio attraverso 15 topics: automazione, aerospazio, bitcoin, finanza, veicoli elettrici, medicina e tanto altro. Di seguito saranno analizzate solo alcune idee interessanti, che possono aiutare il lettore ad orientarsi al futuro, nonostante la ‘nuova normalità’ della pandemia.

In primo piano c’è il deep learning. Fino ad oggi l’uomo ha programmato software; il futuro punta su intelligenze artificiali che, guidate dai dati, riescono a programmare software. Per fare un esempio, grazie a questa intelligenza è stato possibile far viaggiare per oltre 32 milioni di km veicoli senza conducenti: è il caso di Waymo. Ark prevede che il deep learning capitalizzerà oltre 30.000 miliardi di dollari nei prossimi 15-20 anni, con una stima di valore aggiunto ben superiore a quello realizzato dall’avvento di internet.

In tema di finanza, la prima big idea sono i digital wallets; in parole povere, i ‘portafogli digitali’ che si stanno gradualmente integrando e, in parte, sostituendo ai canali bancari e di pagamento tradizionali. Nel seguito dello sviluppo degli smartphone, gli strumenti di pagamento digitale sono immediatamente funzionali e lasciano un ampio spettro di sviluppo: infatti, dopo la penetrazione nel settore finanziario, le possibilità di ‘scalabilità’ sono elevate nelle attività commerciali. Il fenomeno è globale: basti pensare a Satispay, pensata da italiani benché di diritto lussemburghese. In Cina i dati sono addirittura sbalorditivi (si pensi al sistema di pagamenti WeCaht): i pagamenti mobile valgono 2 volte e mezzo il PIL.

In un salto dai sistemi di pagamento alle monete, la ricerca di Ark sottolinea che i fondamentali dei bitcoin risultano sani, anche ora che sono stati raggiunti valori storici massimi. Come controprova si rileva l’orizzonte degli investitori. Il 60% li detiene da oltre un anno e un terzo di questi per 5 anni. Se oggi le top 500 di S&P allocassero l’1% della loro cassa in bitcoin, il valore potrebbe crescere anche di 40.000 dollari per bitcoin. L’attrattività di questo mercato è stata rafforzata e spinta dalla disintermediazione del sistema tradizionale, incrementando le possibilità di canali alternativi per effettuare acquisti, investire e chiedere prestiti. Questi numeri potrebbero trasformare le criptovalute in una possibile strategia di allocazione del capitale degli Investitori Istituzionali; dalla ricerca emerge anche la possibilità di non considerare questo impiego come nuova asset class.

In controtendenza rispetto alle notizie dei media europei, il rapporto punta il focus sui veicoli elettrici, considerati una big idea. Dal punto di vista tecnologico, si sottolineano due aspetti: la performance delle batterie e le performance dei veicoli. Progressivamente i chilometri con una carica sono aumentati così come l’accelerazione; inoltre, dopo l’insediamento di Biden, il trend regolatorio potrebbe incentivare nuovamente l’acquisto di veicoli elettrici. Si stima che i veicoli in circolazione negli Stati Uniti possano moltiplicarsi per quasi 20 volte in 5 anni: da 2,2 milioni a 40 milioni. L’unica incognita risiede nella difficoltà dei produttori di completare la transizione tra un sistema di produzione ed un altro.

Da ultimo, vale la pena illustrare quanto sta avvenendo nel settore della stampa in 3D, dove le previsioni riferiscono di una possibile crescita del 60% annuo del mercato. Infatti, la possibilità di stampare in 3D sta rivoluzionando le filiere produttive con riduzione significativa degli sprechi, dei tempi e dei costi, consentendo di premiare il valore aggiunto di disegnatori e progettisti.

 

 

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