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Campomaggi & Caterina Lucchi, obiettivo ‘sviluppo solidale’ e rilancio con e-commerce

Campomaggi & Caterina Lucchi è pronta a ripartire dopo un anno complicato, grazie all'e-commerce, nel segno della sostenibilità ambientale e sociale. Sono Caterina Lucchi e Sofia Campomaggi, designer per i brand nel portafoglio dall’azienda - Campomaggi, Caterina Lucchi Gold, Gabs -  e rispettivamente madre e figlia, a raccontare a Luxury&Finance il loro concetto di sostenibilità, da applicare non solo a materiali e tessuti, ma che sta alla base di una cultura d'impresa che guarda al benessere comune. "In fondo, il nostro concetto di sostenibilità - sottolinea Sofia Campomaggi, designer del brand Campomaggi - parte proprio dall’ etimologia della parola, ‘perseguire un bene socio ecologico comune. Noi usiamo un materiale che è un derivato di scarto della macellazione degli animali, quindi la pelle è essa stessa un materiale di rifiuto. In particolare, in Campomaggi usiamo un prodotto che si definisce ‘vacchetta conciata vegetale’ che usiamo per il 95% per le nostre collezioni, in quanto per conciarla non si usa cromo ed ha un impatto ecologico molto più basso”. “Siamo assolutamente contro al ‘Buy and Jump’, noi abbiamo come filosofia aziendale quella di produrre oggetti timeless, trasmessi da generazione a generazione”.

In generale, l'aspetto che viene più valorizzato all’interno dell’azienda è quello del merito e dell’eccellenza lavorativa: "nella nostra azienda - spiega Caterina Lucchi - il 75% del personale è composto da donne, per una sola questione di merito. È giusto che la donna faccia il proprio percorso senza discriminazioni. Nel mondo reale, purtroppo, non è sempre cosi, si parla tanto di uguaglianza e giusta retribuzione… ecco, certe differenze da noi non ci sono”. Anche la figlia Sofia tiene a specificare che "il mondo della pelletteria, per assurdo visto che produciamo borse da donna, è un mondo maschilista. Qui da noi emerge solo il merito e il sacrificio. Io non sarei qui - chiosa - se non avessi le qualità”. Dopo l’anno difficile che ci lasciamo alle spalle, "abbiamo molto chiaro che la strategia di ampliare il mercato e-commerce è molto importante -  spiega Caterina Lucchi - e stiamo servendo piattaforme molto importanti che stanno crescendo, dato che il sistema di vendita è cambiato molto. In questo modo vediamo un futuro in crescita”. Il settore e-commerce durante la pandemia è stato l’unico ad avere una crescita consistente: "non aveva un ruolo determinante nel nostro fatturato, ma è cresciuto in maniera importante, quasi +50% di stagione in stagione” spiega Lucchi, che aggiunge: “l’abbiamo potenziato, introducendo elementi strutturali e lavorando sulla struttura digitale che è un elemento fondamentale perchè portare in azienda questa evoluzione era un processo che avevamo messo in atto già da tempo. Questa situazione ha accelerato l'evoluzione e tutta l’azienda si è adattata. La cultura digitale viene prima della strumentazione”. In relazione all'ultima edizione di Mipel che si è svolta interamente online, Lucchi evidenzia che "ci siamo organizzati internamente per essere attrezzati per comunicare col cliente in maniera digitale, abbiamo implementato sia il discorso software che hardware. Inoltre abbiamo creato un virtual showroom e dei virtual tour”. 

Il giro d'affari del gruppo è ripartito in egual misura tra Italia ed estero, ma nello specifico dei brand ci sono alcune differenze: "per Gabs il fatturato principale è italiano per l'80% e per il 20% estero, in particolare inAsia” spiega Campomaggi. “Caterina Lucchi, data la sua storicità, è molto radicata in Italia, ma siamo presenti anche in Europa, in Paesi come la Francia o Nord Europa: 50% Italia, 50% estero. Infine Campomaggi: 83% estero, 17% Italia". Le differenze sono legate alle diverse culture dei Paesi in cui i prodotti vengono venduti; i brand vengono apprezzati diversamente, come nel caso della Germania, mercato dove Campomaggi è più forte, poichè vi è una cultura della pelle molto radicata. L’obiettivo è comunque quello di continuare ad espandersi e consolidare i rapporti fin d’ora raggiunti, come quello con l’Australia, molto forte a livello di sell out e con gli Stati Uniti. 

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