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Consumi, pandemia lascia il segno. Crescono online e attenzione a temi Esg (Pwc)

Sostenibilità non più appannaggio dell'Europa

La voglia di ritornare ad acquistare, anche in negozio, è forte nei consumatori, ma il passaggio della pandemia lascia il segno e fa emergere nuove esigenze e richieste. I consumatori sono oggi più attenti alla sostenibilità e alle implicazioni dei temi Esg (ambiente, sociale e governance) nelle proprie scelte di acquisto. Sono alcune delle evidenze dalla Global Consumer Insgights Pulse Survey di marzo di PwC, dalla quale emerge innanzitutto che i consumatori che lavorano in smart working preferiscono uno stile di vita più digitale ed ecologico rispetto a chi lavora generalmente fuori casa. Secondo le analisi PwC, chi lavora da casa prevede in generale di spendere di più in tutte le categorie di prodotto incluse nel sondaggio. Il 64% dei consumatori che lavorano da casa preferisce fare la spesa online, rispetto al 55% di chi lavora fuori. Nel caso in cui lo smart working dovesse proseguire, le implicazioni per i grandi centri commerciali o i negozi nelle città più urbanizzate potrebbero essere notevoli, considerato che, in base alle previsioni, la preferenza per gli acquisti di persona continuerà a scendere e si focalizzerà sui negozi più vicini al luogo di lavoro. Si ipotizza una ripresa del commercio nelle città più periferiche dove risiede il lavoratore.

I giovani consumatori hanno più propensione ad acquistare online rispetto alle fasce di età più avanzata. Il 35% degli shopper della Generazione Z (nati dopo il 2000) e il 43% dei Millennial (1980-2000) sono più propensi a fare acquisti quotidiani o settimanali tramite il proprio cellulare rispetto alle controparti di età maggiore. Secondo l’analisi PwC, il Covid-19 non ha avuto un impatto sulle abitudini di acquisto delle generazioni più giovani; in base alle previsioni, queste spenderanno di più nei prossimi mesi rispetto ai consumatori meno giovani. I consumatori che danno priorità a salute e sicurezza comprano meno frequentemente nei negozi rispetto a chi non presta altrettanta attenzione a questi aspetti. Il 23% degli oltre 8.700 consumatori intervistati nella survey di PwC indica le “maggiori misure di salute e sicurezza” come fattori determinanti per gli acquisti in negozio. Questi stessi consumatori sono disposti anche a pagare di più per avere un prodotto più sano e più ecologico e svolgono più attività fra le mura domestiche.

Infine, nella propria esperienza in negozio, i consumatori della Grande Cina sono più interessati alla sostenibilità e meno a salute e sicurezza. Il 45% dei consumatori acquista in negozio più di frequente rispetto all’occidente. I consumatori della Grande Cina e del Medio Oriente sono più interessati alle tematiche Esg rispetto ad altre parti del mondo. Il 60% dei consumatori della Grande Cina e il 61% di quelli in Africa/Medio Oriente acquistano appositamente prodotti con imballaggi ridotti o ecologici, un dato che si prevede aumenterà con la crescita globale della consapevolezza dei consumatori in tema di ambiente e sostenibilità.

Sebbene la devozione a proteggere il pianeta sia stata spesso associata ai consumatori europei, la ricerca PwC mostra come, sulla scia della pandemia, gli intervistati a livello mondiale si stanno orientando verso scelte più sostenibili. Il 55% dei consumatori, ad esempio, conferma di acquistare da aziende che tutelano il pianeta, mentre il 54% preferisce prodotti con imballaggi eco-friendly. I consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti più salutari, locali e imballaggi sostenibili, a prescindere che l’acquisto avvenga online o in negozio.

“Mentre la sostenibilità come interesse del cittadino si radica tradizionalmente nei paesi europei, i consumatori di tutto il mondo sono diventati più sofisticati quando si parla di scelte sostenibili”, afferma Erika Andreetta, Partner PwC Italia e Consumer Market Consulting Leader. “La ricerca mostra che, a prescindere dal luogo in cui le aziende alimentari e di distribuzioni svolgono la propria attività, andranno comunque a servire una clientela che vuole sapere se stanno facendo la propria parte per proteggere l’ambiente e se tengono in considerazione il modo in cui le loro azioni influenzano il clima”. 

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