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Draghi si è dimesso, ora occhi puntati su Bce

Ha ribadito le proprie "determinazioni" al Capo dello Stato questa mattina il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dunque 'dimissioni'. La decisione all'indomani della seduta al Senato, dove Forza Italia e Lega, oltre ai 5stelle, hanno fatto mancare il proprio voto. Non che la 'risoluzione Casini' non sia passata. ma è venuto a mancare il presupposto fondamentale che il premier ha ribadito in tutto i modi possibili: "ritengo che un Presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile" ha detto ancora ieri a Palazzo Madama. E questa mattina, dopo uno stringatissimo intervento alla Camera, è salito al Colle a confermare la decisione, maturata dopo lo 'strappo' del M5S. In conseguenza dello scenario politicho che si è venuto a creare, con un orizzonte di elezioni prossimo, l'indice Ftse Mib, il principale di Piazza Affari viaggia in deciso calo (-1,58% alle 12). Ma è lo spread che spaventa, mentre alza di nuovo la testa. Il differenziare si allarga a 236 punti base con un rendimento del 3,64%. Ma oggi è una giornata importantissima anche per l'appuntamento con la Bce: per la prima volta da 11 anni a questa parte la banca centrale europea alzerà i tassi di interesse. Resta da capire se dello 0.25 o dello 0.50. Una misura necessaria da una parte per contenere l'inflazione, ma contemporaneamente una pessima notizia per l'Italia. Anche perché il Governo resterà in carica per i soli affari correnti, alla vigilia di importantissimi appuntamenti. Lo ha reso noto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo avere ricevuto Draghi. Il Capo dello Stato ha preso atto delle dimissioni e ha annunciato che "il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti". L'avanzamento del Pnrr, la riforma del Codice degli Appalti, la riforma della Concorrenza, il cui disegno di legge "deve essere approvato prima della pausa estiva", come ha ricordato ieri Draghi. La riforma fiscale, il rinnovo dei contratti collettivi, ma anche la politica energetica in un momento così drammatico e la crisi Ucraina... tutto è ora sospeso in attesa del nuovo Esecutivo. Resta in realtà solo da capire quale sarà il 'perimetro' effettivo degli affari correnti che verrà stabilito oggi in occasione del Consiglio dei Ministri. 

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