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Ferragamo, semestre in rosso. Perdita di 57 milioni di euro

Semestre in rosso per Salvatore Ferragamo: i ricavi sono scesi a 473,9 milioni di euro, in calo del 9,4% rispetto al primo semestre 2024 (–7,1% a cambi costanti). Il margine lordo è diminuito al 67,7% del fatturato, penalizzato da un calo delle vendite, effetti valutari negativi e maggiori accantonamenti per obsolescenza.

L’EBITDA è calato a 72,5 milioni di euro (–38,1%) e il risultato operativo adjusted è negativo per –3 milioni di euro. La perdita netta di gruppo è di 57 milioni di euro, che scende a –16 milioni se si esclude l’Impairment da 41 milioni di euro. 

La risposta del gruppo alle difficoltà di mercato è già operativa. Ferragamo ha completato una revisione strategica e avviato l’implementazione di un piano focalizzato su prodotto, comunicazione e distribuzione.

L’obiettivo è valorizzare l’heritage, rafforzando le calzature donna (focus su Vara e Zina) e uomo (Tramezza, sneaker e driver), ottimizzando l’assortimento e semplificando l’offerta.

Sul fronte distributivo, il gruppo rilancia l’e-commerce, che ha segnato una crescita a doppia cifra, e razionalizza la rete wholesale, oggi in forte difficoltà (–17,9% nel semestre).

“La coerenza tra stile, prodotto e narrazione è la chiave per riconnetterci con i clienti”, spiega la nota. La società punta su visual merchandising mirato, eventi locali e contenuti digitali ad alta frequenza.

Dal punto di vista geografico, l’Asia Pacifico è la principale fonte di criticità: –18,5% nel semestre (–16,3% a cambi costanti), a causa della debolezza dei consumi e del calo di traffico nei negozi.

Anche l’Europa segna un –7,8% e il Giappone un –3,5%. Meglio il Nord America, in calo solo del –3,9% (–1,4% a cambi costanti), con il canale diretto (DTC) stabile.

Brilla l’America Latina, che registra una crescita a doppia cifra nel DTC e +11,2% nel secondo trimestre a cambi costanti, a fronte però di un impatto valutario sfavorevole.

Per canale, le vendite wholesale crollano del –17,9%, mentre il direct-to-consumer (DTC) limita i danni a –6,5%, confermando il peso del retail diretto (75,4% del totale).

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