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In Asia meno pressioni sulla catena di fornitura, ripresa della domanda alimenterà la produzione nel 2022-2023

Oxford Economics, "pensano di più indebolimento domanda cinese e vincoli alla mobilità". "Variante Omicron porta incertezza"

L'Asia non è immune dalle criticità che stanno vivendo i settori industriali occidentali relativamente alla supply chain. Tuttavia, secondo quanto rileva Oxford Economics, si evidenziano "meno pressioni dal lato dell'offerta rispetto agli Stati Uniti e all'Europa".

A pesare sulla produzione sono piuttosto "l'indebolimento della domanda cinese e i rigidi vincoli alla mobilità in molte parti della dell'area. Di certo, "la crescente integrazione economica dell'Asia con la Cina l'ha in parte protetta da gravi interruzioni nella catena di fornitura in altre parti del mondo". Ecco dunque che secondo gli economisti i temi legati alla fornitura "non sono un problema fondamentale in Cina". Non si può non evidenziare tuttavia che "la produzione è rallentata in tutta la regione. Le economie esposte all'industria automobilistica (Giappone) e quelle che hanno inasprito le restrizioni per contenere le epidemie di Covid (Malesia, Tailandia e Vietnam) hanno visto il più forte calo del ritmo di produzione nel terzo trimestre. Anche la debolezza della domanda regionale ha pesato sulla produzione industriale. Un sostegno fiscale generalmente inferiore ha significato un aumento meno pronunciato della domanda di beni di consumo in Asia. Anche il rallentamento della Cina ha avuto un impatto negativo sulla domanda". Una spinta è però arrivata dalla "forte domanda di chip" per quelle economie asiatiche avanzate che si concentrano sulla produzione di semiconduttori. "Con l'allentamento delle restrizioni Covid, ci aspettiamo che anche la produzione nell'Asia EM che si concentra su prodotti a basso valore aggiunto possa beneficiare della domanda globale ancora elevata di beni finali" condlude Oxofrd Economics, che prevede anche "una notevole ripresa della produzione manifatturiera nel 2022 e nel 2023. Mentre non si possono escludere future ondate di Covid, ci aspettiamo che causino interruzioni di minore impatto, con una quota maggiore di popolazione vaccinata in tutta l'Asia entro la metà del 2022. Tuttavia, le prospettive a breve termine sono più incerte, con la variante Omicron che aumenta il rischio di nuove interruzioni di fornitura legate alla pandemia".

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