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Legge sui mercati digitali, accordo tra Parlamento e Consiglio europeo contro pratiche commerciali dannose

Cedric O, "spazio economico più equo e competitivo per nuovi attori e imprese europee"

Il Consiglio e il Parlamento euroepo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla legge sui mercati digitali (DMA), che mira a rendere il settore digitale più equo e competitivo. Gli ultimi lavori tecnici permetteranno di mettere a punto il testo nei prossimi giorni. "L'Unione europea ha dovuto imporre multe record negli ultimi 10 anni per alcune pratiche commerciali dannose da parte di attori digitali molto grandi. La DMA vieterà direttamente queste pratiche e creerà uno spazio economico più equo e competitivo per i nuovi attori e le imprese europee. Queste regole sono fondamentali per stimolare e sbloccare i mercati digitali, aumentare la scelta dei consumatori, consentire una migliore condivisione del valore nell'economia digitale e promuovere l'innovazione. L'Unione europea è la prima a intraprendere un'azione così decisiva in questo senso e spero che altri si uniscano presto a noi" ha detto Cédric O, ministro francese con la responsabilità del Digitale. La DMA definisce regole chiare per le grandi piattaforme online. Essa mira a garantire che nessuna grande piattaforma online che agisce come "gatekeeper" per un gran numero di utenti abusi della sua posizione a scapito delle aziende che desiderano accedere a tali utenti.

Affinché una piattaforma possa qualificarsi come gatekeeper, in primo luogo deve aver avuto un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all'interno dell'Unione europea (UE) negli ultimi tre anni o avere una valutazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro; e in secondo luogo deve avere almeno 45 milioni di utenti finali mensili e almeno 10 000 utenti aziendali stabiliti nell'Ue. La piattaforma deve anche controllare uno o più servizi di piattaforma di base in almeno tre stati membri. Questi servizi di piattaforma di base includono marketplace e app store, motori di ricerca, social network, servizi cloud, servizi pubblicitari, assistenti vocali e browser web.

Le PMI sono esentate dall'essere identificate come gatekeeper, a parte casi eccezionali. Per garantire la progressività degli obblighi, è prevista anche la categoria di "gatekeeper emergente", che permetterà alla Commissione di imporre alcuni obblighi alle imprese la cui posizione competitiva è comprovata ma non ancora sostenibile.

I gatekeepers dovranno garantire che gli utenti abbiano il diritto di cancellarsi dai servizi della piattaforma principale in condizioni simili alla sottoscrizione; per il software più importante (ad esempio i browser web), non richiedere questo software di default all'installazione del sistema operativo; garantire l'interoperabilità delle funzionalità di base dei loro servizi di messaggistica istantanea; permettere agli sviluppatori di app un accesso equo alle funzionalità supplementari degli smartphone (per esempio il chip NFC); dare ai venditori l'accesso ai loro dati di marketing o di performance pubblicitaria sulla piattaforma; informare la Commissione europea delle loro acquisizioni e fusioni

Ma non possono più classificare i propri prodotti o servizi più in alto di quelli degli altri (self-preferencing); riutilizzare i dati privati raccolti durante un servizio ai fini di un altro servizio; stabilire condizioni inique per gli utenti commerciali; preinstallare certe applicazioni software; richiedere agli sviluppatori di app di utilizzare determinati servizi (ad esempio sistemi di pagamento o fornitori di identità) per essere elencati negli app store.

Se un gatekeeper viola le regole stabilite dalla legislazione, rischia una multa fino al 10% del suo fatturato mondiale totale. In caso di recidiva, può essere multato fino al 20% del suo fatturato mondiale.

Se un gatekeeper non rispetta sistematicamente la DMA, cioè viola le regole almeno tre volte in otto anni, la Commissione europea può aprire un'indagine di mercato e, se necessario, imporre rimedi comportamentali o strutturali. Se una piattaforma ha buoni argomenti contro la sua designazione come gatekeeper, può contestare la designazione attraverso una procedura specifica che permette alla Commissione di verificare la validità di questi argomenti. La Commissione europea sarà l'unica responsabile dell'applicazione del regolamento. Gli Stati membri potranno autorizzare le autorità nazionali della concorrenza ad avviare indagini su possibili infrazioni e a trasmettere le loro conclusioni alla Commissione. Per assicurarsi che i gatekeeper non compromettano le regole stabilite nella DMA, il regolamento applica anche delle disposizioni antielusione. 

 

 

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