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L'Italia torna gialla, protesta per centri commerciali chiusi nel week end

L'Italia torna a prvalenza gialla. Con la sola eccezione di Sardegna (rossa), Valle d'Aosta, Basilicata, Puglia, calabria e Sicilia (arancioni). Un progressivo ritorno alla quasi normalità della vita di tutti i giorni e delle attività economiche, in particolare quelle commerciali. Ma restano sul tappeto alcuni temi che hanno suscitato reazioni e proteste. Il nuovo Dl Riaperture, infatti, mantiene il coprifuoco tra le 22 e le 5 e vieta la ristorazione al chiuso. Ma soprattutto ....

 

non conferma la riapertura nei fine settimana dei centri commerciali. Che fa andare su tutte le furie le associazioni del commercio.  ANCC-Coop, ANCD-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, CNCC–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione dichiarano di apprendere "con stupore ed estrema preoccupazione che il comma 1 dell’art 8. presente nella bozza del DL, relativo alla riapertura anche nel fine settimana dei centri commerciali nelle aree del Paese a minor rischio, ovvero nelle 'zone gialle', è stato successivamente annullato nel testo definitivo, lasciando quindi invariate le misure restrittive eccezionali per queste strutture, senza che sia stata data alcuna indicazione su una possibile apertura".

Per questo le associazioni chiedono "un incontro urgente con il presidente del Consiglio Mario Draghi, per conoscere le motivazioni a supporto di questa scelta". "In un contesto fortemente in evoluzione, in cui a partire dalle prossime settimane si assisterà alla riapertura di numerose attività, è assolutamente necessario fornire  risposte chiare ai 600.000 lavoratori dei centri commerciali e fare chiarezza sui criteri utilizzati dal Governo e dagli organismi di supporto come il Cts - con cui le associazioni hanno avuto anche recentemente degli incontri - per valutare una volta per tutte il grado di rischio connesso all’apertura delle strutture di grandi dimensioni in presenza di opportuni protocolli condivisi". "Risulta del tutto incomprensibile - proseguono - come gli stessi protocolli di sicurezza che consentono ai centri commerciali di restare aperti da lunedì a venerdì, non risultino adeguati nel fine settimana, consentendo la stessa sicurezza nella gestione degli accessi e degli afflussi. A tal proposito, le Associazioni sottolineano nuovamente come, sin dall’inizio dell’emergenza, centri, parchi e gallerie commerciali hanno adottato misure di sicurezza ancor più stringenti rispetto a quanto richiesto a livello governativo e dalle singole Regioni, ribadendo in più occasioni la totale disponibilità a rafforzarle qualora necessario, assicurando tutte le garanzie necessarie a tutelare al meglio consumatori, dipendenti e fornitori dal rischio di contagio, con nessun caso di focolaio registrato nelle 1.200 strutture presenti nel Paese".

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