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Mercati, l'analisi di Enrico Vaccari con Luxury&Finance

Liquidità banche centrale ha spento incendio, ora tocca a governi. Italia deve contare su solidarietà europea

Una liquidità "abbondante" quella immessa sui mercati dall'azione combinata di Fed, Boj, Bce e BoE per affrontare l'emergenza -da marzo a oggi oltre 5 trilioni di dollari- che ha portato la liquidità totale a oltre 19 trilioni. Ma attenzione: abbondante sì, "ma non tanto quanto tutta la liquidità che è investita sul mercato". Lo scopo delle banche centrali, in questo momento, è "fare in modo che la liquidità presente sul mercato domestico non esca e a uno choc economico non ne segua immediatamente uno finanziario". Per ora, dunque, "l'incendio è spento". Enrico Vaccari, responsabile della clientela istituzionale di Consultinvest, evidenzia con Luxury&Finance che ciò che è accaduto ha provocato "uno choc sul fronte dell'offerta, immediato" che si è trasformato in "uno choc della domanda perché la ripresa non ha portato una riattivazione del circuito economico altrettanto immediata". Due conseguenze così vicine nel tempo "fanno pensare che non sarà semplice uscirne. Non dimentichiamo che l'economia è una macchina gigantesca dove la spesa di un consumatore fa il reddito di un'altra persona Se interrompiamo questo circuito è molto più difficile rimetterlo in moto".

Ci aspettano ora "mesi molto complicati, la volatilità verosimilmente tornerà sui mercati, l'azione delle banche centrali dovrà essere seguita da un azione di governi. Negli Stati Uniti questo è avvenuto" fa presente l'esperto. "C'è stata una risposta molto forte della Fed e immediatamente dopo del governo americano sia sul fronte fiscale sia di sostegno alle spese dei consumatori e al reddito reddito con iniezioni dirette, con assegni che sono arrivati a casa delle persone che avevano perso il lavoro. Oltre a tutta una serie di incentivi alla ripresa delle attività". "Questo, purtroppo, non è avvenuto in Europa" nota Vaccari: "abbiamo assistito a una serie di iniziative molto sfidanti e senza precedenti: i miliardi che sono stati messi in campo dal Consiglio Europeo, dagli Stati d'Europa sono tanti", tuttavia assistiamo a "una mancanza di attivazione immediata" che "potrebbe lasciare un vuoto e mesi di forte difficoltà".

L'obiettivo della banca centrale è dunque "promuovere un passaggio di testimone più immediato possibile dall'azione necessaria e urgente delle stesse banche centrali a quella di lungo periodo che i governi devono fare attraverso le riforme strutturali". In Italia, sottolinea, "non avendo a disposizione un budget elevato di risorse interne, siamo un po' al traino degli altri paesi. Dobbiamo contare molto sulla solidarietà europea e dobbiamo fare in modo che questa solidarietà arrivi a un risultato concreto, e cioè che questi soldi vengano messi a disposizione il più velocemente possibile".

In questo senso, la Germania o gli stati del Nord, che hanno invece risorse di bilancio molto forti, potrebbero avere un vantaggio competitivo. "La Germania la settimana scorsa ha stanziato un piano di aiuti alla propria economia di oltre 130 miliardi di euro. Noi come italiani dobbiamo contare molto di più sulla solidarietà europea".

E soprattutto dobbiamo correre, "tradurre il più velocemente possibile le intenzioni in azioni". Ben vengano le proposte emerse dagli Stati Generali, il confronto con le parti sociali e le associazioni di categoria, ma in Italia "abbiamo politiche di bilancio più restriuttive, abbiamo bisogno di fare riforme, dobbiamo in qualche modo essere più rigidi nella fase di sistemazione dei conti. Questo è fondamentale per attrarre le risorse europee che, se arriveranno nei tempi giusti, potrebbero dare grande spinta all'economia italiana".

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