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Milano, lavori in corso in via Gesù. Ludovica Mascheroni apre 'L’Appartamento'

Mentre la città si prepara a chiudere per ferie, nel Quadrilatero della Moda si lavora per ultimare la prima boutique del brand che suggella arredo e abbigliamento di gran classe. Apertura a inizio settembre, momento di svolta e banco di prova per tutto il Paese. Obiettivo? Segnare un +20% con il fatturato del 2022.

Ludovica Mascheroni è un’azienda italiana specializzata in arredamento e abbigliamento di alta gamma. Made in Italy al 100% o, meglio ancora, made in Brianza come sottolinea Fabio Mascheroni, proprietario e fondatore del brand insieme alla moglie Roberta Caglio. E Ludovica? “È nostra figlia”, racconta, “insieme a Riccardo e Lorenzo. Crediamo molto nelle generazioni future e nel lavoro di trasmissione di tutto il know-how acquisito negli anni. Tramandare è il nostro impegno e il nostro motto, affinché l’eccellenza artigianale possa vivere nel tempo, generazione dopo generazione, così come i prodotti che creiamo”. Con l’approdo nel Quadrilatero della Moda di Milano l’azienda vuole dare vita a una vetrina di prestigio con cui raccontare tutto questo e molto altro. Il progetto della boutique/showroom si chiama “L’Appartamento” e consacra definitivamente la doppia anima del brand Ludovica Mascheroni: home decor e couture di lusso.

 

Che cosa meglio di una casa, infatti, potrebbe mostrare gli oggetti di arredo che hanno fatto conoscere questo brand a una clientela esclusiva sparsa in tutto il mondo, in particolare in Asia e Medioriente? E dove, se non in una casa, si possono trovare i complementi per conservare al meglio gli abiti che da qualche anno l’azienda produce? Un paio di esempi, tanto per saggiare l’esclusività della produzione: armadi con impianto di sanificazione a ozono presentati al Salone del Mobile nel 2018, ben prima quindi dell’emergenza Covid e con il Covid divenuti ancora più preziosi e richiesti; scrigni in diverse essenze di legno per capi preziosi come i maglioncini di cashmere che - sottolinea Mascheroni - “mica si possono tenere tutti ammucchiati uno sull’altro”. Ecco allora anche qui i cassetti igienizzanti, lo scomparto per le essenze antitarme e lo spazio per il levapelucchi personalizzato, con le iniziali e ricoperto in pelle.

Proprio i rivestimenti in pelle, i legni pregiati e i materiali preziosi (marmi e bronzo) sono una delle cifre stilistiche con cui, in origine, l’azienda si è fatta conoscere, grazie a un poderoso passaparola fra clienti facoltosi e grandi brand. Lavorando per conto terzi per questi ultimi, con la produzione di particolari oggetti di arredamento, l’azienda di Mariano Comense ha deciso di compiere il percorso inverso, lanciandosi anche nella produzione di scarpe e abiti. I mocassini con una peculiare fodera in cashmere per l’inverno e in cotone per l’estate che consentono di evitare i calzini e gli antiestetici fantasmini, la pillow-bag con una doppia funzione: in casa copricuscino e fuori come borsa porta plaid o porta oggetti… e quando una cliente ha deciso di usare il piccolo plaid abbinato come coprispalle la strada si è illuminata da sola.

La cifra stilistica delle collezioni è la semplicità delle linee, la loro versatilità e una maniacale attenzione ai materiali e alle lavorazioni, magari quelle che altre aziende hanno abbandonato perché troppo costose e complesse, come la cucitura in crena o l’impuntura a mano. Per l’azienda lavorano artigiani, sarte e giovani stilisti provenienti dalle principali scuole di moda e design, oltre a laboratori locali. E la dimensione dei laboratori sparsi sul territorio della Brianza è un altro elemento che rende estremamente esclusivo il prodotto Ludovica Mascheroni. “Per scelta la nostra non è una produzione in serie, tanto meno di massa”, spiega Mascheroni: “Noi investiamo moltissimo nella conoscenza dei materiali e nella ricerca delle persone che hanno le conoscenze giuste per trattarli. Così, vado in giro, chiedo, scopro chi è il depositario di una certa lavorazione, che magari è anche a rischio estinzione”. Un amore per l’artigianato locale che nel 2019 è diventato un libro, Ars Facendi, con le foto e le storie di tutti questi preziosi collaboratori che lavorano dietro le quinte del vero Made in Italy. In Brianza, pardon.

Nell’Appartamento di Via Gesù ci saranno tre piani, ognuno caratterizzato da un’essenza di legno diversa: cedro, rovere e acero e tutto potrà essere realizzato su misura, dagli abiti all’arredo. Al primo piano, ad esempio, ci sarà una vera e propria suite per le signore che vorranno provare il “pronto” in esposizione, oppure creare un prodotto originale con sarte e designer dedicati. Il resto dello spazio, oltre all’abbigliamento maschile, sarà una celebrazione dell’artigianalità, con i diversi ambienti di una casa resi unici da oggetti come un tavolo scultura, una boiserie artistica e una libreria domotica che risolve il problema dell’antiestetico sali e scendi delle coste dei volumi: qui i libri si mettono dentro custodie di cuoio leggero tutte uguali e si ritrovano tramite iPad, scrivendo il titolo e lanciando il comando con cui la libreria estrae autonomamente la copertina giusta.

C’è mercato in Italia per prodotti di questo genere? La scelta di aprire a Milano, nel settembre che tutti auspicano della “rinascita” è già una risposta implicita, che Mascheroni non ha timore di tradurre in cifre: “L’investimento per la boutique è di circa un milione di euro: un bell’impegno dopo un anno come il 2020 che ci ha visto dimezzare i 10 milioni di fatturato del 2019. Eppure, io credo molto nelle potenzialità del mercato italiano e in un tipo di clientela che punta sulla nostra ricerca, talvolta estenuante, della perfezione. L’obiettivo è chiudere quest’anno tornando ai numeri del 2019 – e la chiusura di giugno ci dice che possiamo fare anche un po’ meglio – per poi puntare a un +20% alla fine dei conti del 2022”.

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