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Mipel, la chiave per la ripresa è la digitalizzazione e il dialogo fra imprese e governo

Apre il 23 marzo Mipel, nella sua prima edizione digitale. Nonostante il settore della pelletteria sia tra i più colpiti dalla pandemia, grazie a un dialogo costante tra imprese e governo e un grande passo avanti in ambito di digitalizzazione, vi è forte speranza di ripresa. A confermarlo il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, in occasione dell'inaugurazione della manifestazione: “La conceria in Italia è un fiore all’occhiello, un settore già cresciuto del 25% nel 2019, e proprio da questo dato siamo partiti per la nostra campagna di sostegni articolata nel ‘Patto per l’Export’, creato per sostenere le fiere e soprattutto la digitalizzazione, che non è solo una risposta all’emergenza, è il futuro”

Il momento è molto difficile e i dati del 2020 sono complessi, con un -34% rispetto al 2019, anno che era stato di crescita. “Per il 2021 pensiamo ad una flessione del 24%” dichiara Franco Gabbrielli, presidente Assopellettieri, “Abbiamo perso 3 miliardi di export e settori come la valigeria hanno toccato il -60%”. Tuttavia, aggiunge, "guardiamo al futuro. Vogliamo traghettare un settore di impresa di tipo tradizionale verso un modello all’avanguardia che punti al futuro e soprattutto alla digitalizzazione e alla sostenibilità”.

Il presidente Ita (Italian Trade Agency), Carlo Ferro, evidenzia "segnali di ripresa nel terzo e quarto trimestre. La pelletteria è la più colpita, ma ora che anche gli altri settori stanno ripartendo possiamo ripartire anche noi.” Rispetto al tema del digitale, Ferro ne riconosce la necessità di utilizzo, soprattutto per amplificare il segnale e raggiungere i mercati esteri. 

Il mercato estero è un fondamentale punto di ripartenza per il settore pelletteria e secondo Di Stefano "ora che i rapporti tra settore produttivo e governo sono concreti" vi è una forte possibilità di rinascita, “Ci credo - sottolinea - perché c’è un vero dialogo finalmente e abbiamo investito e messo a punto strumenti che provenivano dalle richieste delle stesse associazioni di categoria. Per esempio, nella riforma della norma 384/91 - il cosiddetto ‘trade finance’- abbiamo allargato la platea di beneficiari soprattutto per aiutare i piccoli e micro imprenditori (<15 dipendenti).”

“Gli aiuti sono facilmente raggiungibili - commenta Gabbrielli -, le aziende non credevano quanto fosse semplice e ora abbiamo un rapporto obiettivamente concreto col governo”. Il tema digitalizzazione è alla base di ogni strategia, soprattutto per aiutare i piccoli imprenditori, “I ‘piccoli’ hanno delle bellissime storie da raccontare che devono arrivare ai loro consumatori, per questo dobbiamo puntare tutto sul digital”, conclude.

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