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"Pandemia ha cambiato per sempre politica fiscale e monetaria", Paolini (Pictet AM)

Contratto sociale, che comporterà un intervento statale più marcato, una maggiore ridistribuzione e diritti dei lavoratori più estesi. 

Un nuovo contratto sociale, che comporterà un intervento statale più marcato, una maggiore ridistribuzione e diritti dei lavoratori più estesi. Questi alcuni dei lasciti della crisi sanitaria secondo Luca Paolini, Chief Strategist di Pictet Asset Management, che ha esaminato l'anno appena trascorso: "è già chiaro che la pandemia ha trasformato per sempre la politica monetaria e fiscale" asserisce. "Le banche centrali hanno abbandonato l'ortodossia monetaria mentre istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, in passato devote sostenitrici della disciplina fiscale, stanno spingendo i governi a spendere liberamente. Il consiglio è stato seguito alla lettera: nel 2020 sono stati erogati stimoli fiscali d'emergenza pari a circa 12.000 miliardi di dollari, ovvero il 14% del Pil mondiale". 

Anche la Germania, fa notare, "nazione la cui reputazione in materia di conservatorismo fiscale è ben espressa dalla sua politica dello schwarzer null (ossia di zero deficit), ha preso atto del fatto che l'austerità non funziona più. Ha sospeso la clausola costituzionale di freno all'indebitamento e sostenuto attivamente l'allentamento dei vincoli di bilancio dell'Unione Europea, aprendo la strada al piano di ripresa senza precedenti dell'Ue". "Anche in Paesi più liberisti, come Stati Uniti e Regno Unito, i governi - osserva - hanno salvato alcuni settori, offerto integrazioni salariali (cassa integrazione) e sussidi di disoccupazione estremamente generosi e bonus vacanze. Sarà difficile abbandonare tali politiche". 

La pandemia ha dato vita a una nuova era di "estremo e innovativo allentamento monetario". Sfidando chi sosteneva che fossero rimaste a corto di munizioni, le banche centrali mondiali, sottolinea Paolini, "hanno fornito stimoli per 8.800 miliardi di dollari lo scorso anno, quasi il triplo rispetto a quanto offerto durante la crisi finanziaria globale. L'azione tempestiva e decisiva delle autorità monetarie si è rivelata un punto di svolta per i mercati finanziari, turbati dalla prospettiva di una catastrofe economica. Molte banche centrali hanno lanciato una serie di politiche innovative, superando nei fatti un punto di non ritorno".

Ancora una volta, "coloro che prevedevano sciagure per l'Ue si sono sbagliati. Di fronte a un nuovo shock, il blocco europeo è riuscito ad evitare il precipizio. A differenza delle crisi precedenti, tuttavia, non è stata solo la Bce ad aggirare le regole per organizzare il salvataggio. Questa volta anche Bruxelles ha rotto con il paradigma passato per lanciare misure fiscali che potrebbero prevedere una maggiore integrazione" conclude Paolini.

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