• Economy

Produzione industriale a febbraio +0,2% . Mameli (Intesa Sp), "trend espansivo destinato ad accentuarsi"

"Tenuta decisamente migliore che negli altri Paesi dell'Eurozona"

Cresce a febbraio la produzione industriale in Italia (+0,2%) anche se meno del previsto. L'output resta negativo su base annua (-0,6%), ma è ai massimo dallo scorso gennaio. Secondo Paolo Mameli, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, "il trend è espansivo e destinato ad accentuarsi nel resto dell'anno. I servizi restano un freno, tuttavia l'effetto riaperture potrebbe riportare in positivo il Pil corrente e ulteriormente accelerare in estate. Su base annua (al netto degli effetti di calendario), il dato è risultato decisamente migliore rispetto alla stima di consenso (-2,6%), ed esattamente in linea con la previsione (-0,6%) di Intesa Sp. "Si tratta di un massimo nell’era post-Covid (da gennaio dello scorso anno)". (segue)

 

 

La crescita di febbraio è dovuta interamente ai beni di consumo non durevoli (+3,4% m/m), mentre tutti gli altri raggruppamenti principali di industrie hanno subito un calo. Peraltro, beni durevoli e beni intermedi mantengono un progresso su base annua (+5,9% e +2,1%, rispettivamente), mentre gli altri gruppi restano in diminuzione, evidenzia lo studio. Il dettaglio per settore di attività conferma che i due comparti manifatturieri a soffrire di più sono il tessile e la raffinazione (-13,7% e -26,2%, rispettivamente). Solo 5 settori manifatturieri su 13 (come il mese scorso) si salvano dal calo annuo ovvero apparecchiature elettriche (+8,5%), computer e elettronica (+4,6%), chimica (+3,5%), gomma e materie plastiche (+1,8%) e alimentari (+0,2%). "In sintesi, la produzione industriale a febbraio ha visto una tenuta decisamente migliore in Italia che negli altri principali Paesi dell’eurozona (Germania -1,8%, Francia -4,7%, Spagna zero, Olanda -2,5%, Belgio -3,7% m/m)".

A nostro avviso, l’output potrebbe correggere su base congiunturale a marzo, ma l’industria è attesa mantenere un trend espansivo nei prossimi mesi. Anche ipotizzando una flessione a marzo, nel primo trimestre la produzione industriale dovrebbe aver più che recuperato la contrazione di -0,4% t/t registrata nel 4° trimestre 2020 (nostra stima: +0,8% t/t). In altri termini, l’industria è già tornata a contribuire positivamente al Pil, e tale trend è atteso continuare nel resto dell’anno, anche se, nel 1° trimestre, ciò non sarà sufficiente a compensare appieno la debolezza nei servizi (con il risultato di un PIL con tutta probabilità ancora in territorio negativo a inizio 2021).

Tuttavia, il grado di restrizione alla mobilità e alle attività economiche è oggi il più basso da oltre un mese, e un ulteriore allentamento è previsto nelle prossime settimane: ciò appare coerente con la nostra stima di un possibile rimbalzo moderato del PIL nel secondo trimestre. Una ripresa più sostenuta (su ritmi superiori a 1% t/t) si vedrà verosimilmente solo a partire dal trimestre estivo. Ciò presuppone che il programma di vaccinazione acceleri significativamente rispetto ai ritmi attuali (già inferiori rispetto all’obiettivo contenuto nel Piano vaccinale nazionale diffuso il mese scorso).

 

 

La produzione industriale si va “normalizzando” dopo l’eccezionale volatilità dello scorso anno

 

La maggior parte dei settori industriali resta in calo su base annua; particolarmente colpiti tessile e raffinazione

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Fonte: Istat, Refinitiv Datastream, elaborazioni Intesa Sanpaolo

 

Fonte: Istat, Refinitiv Datastream, elaborazioni Intesa Sanpaolo

 

L’industria dovrebbe essere tornata a dare un contributo positivo al PIL (sia pur moderato) nel 1° trimestre

 

Le indagini segnalano una accelerazione dell’attività industriale nei prossimi mesi

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Fonte: Istat, Refinitiv Datastream, elaborazioni Intesa Sanpaolo

 

Fonte: Istat, Markit, Refinitiv Datastream, elaborazioni Intesa Sanpaolo

 

 

 

Appendice

Certificazione degli analisti e comunicazioni importanti

Gli analisti che hanno redatto il presente documento dichiarano che le opinioni, previsioni o stime contenute nel documento stesso sono il risultato di un autonomo e soggettivo apprezzamento dei dati, degli elementi e delle informazioni acquisite e che nessuna parte del proprio compenso è stata, è o sarà, direttamente o indirettamente, collegata alle opinioni espresse.

Il presente documento è stato preparato da Intesa Sanpaolo S.p.A. e distribuito da Intesa Sanpaolo-London Branch (membro del London Stock Exchange) e da Intesa Sanpaolo IMI Securities Corp (membro del NYSE e del FINRA). Intesa Sanpaolo S.p.A. si assume la piena responsabilità dei contenuti del documento. Inoltre, Intesa Sanpaolo S.p.A. si riserva il diritto di distribuire il presente documento ai propri clienti. Intesa Sanpaolo S.p.A. è una banca autorizzata dalla Banca d’Italia ed è regolata dall’FCA per lo svolgimento dell’attività di investimento nel Regno Unito e dalla SEC per lo svolgimento dell’attività di investimento negli Stati Uniti.

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Il presente documento potrà essere riprodotto o pubblicato esclusivamente con il nome di Intesa Sanpaolo S.p.A..

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Incentivi relativi alla ricerca

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  • contiene analisi macroeconomiche (c.d. Macroeconomic Research) o è relativo a Fixed Income, Currencies and Commodities (c.d. FICC Research) ed è reso liberamente disponibile al pubblico indistinto tramite pubblicazione sul sito web della Banca - Q&A on Investor Protection topics - ESMA 35-43-349, Question 8 e 9.

Metodologia di distribuzione

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Metodologia di valutazione

I commenti sui dati macroeconomici vengono elaborati sulla base di notizie e dati macroeconomici e di mercato disponibili tramite strumenti informativi quali Bloomberg e Refinitiv-Datastream. Le previsioni macroeconomiche, sui tassi di cambio e sui tassi d’interesse sono realizzate dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, tramite modelli econometrici dedicati. Le previsioni sono ottenute mediante l’analisi delle serie storico-statistiche rese disponibili dai maggiori data provider ed elaborate sulla base anche dei dati di consenso tenendo conto delle opportune correlazioni fra le stesse.

Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse

Intesa Sanpaolo S.p.A. e le altre società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo (di seguito anche solo “Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo”) si sono dotate del “Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231” (disponibile sul sito internet di Intesa Sanpaolo, all’indirizzo: https://group.intesasanpaolo.com/it/governance/dlgs-231-2001) che, in conformità alle normative italiane vigenti ed alle migliori pratiche internazionali, include, tra le altre, misure organizzative e procedurali  per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse, ivi compresi adeguati meccanismi di separatezza organizzativa, noti come Barriere informative, atti a prevenire un utilizzo illecito di dette informazioni nonché a evitare che gli eventuali conflitti di interesse che possono insorgere, vista la vasta gamma di attività svolte dal Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, incidano negativamente sugli interessi della clientela.

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Intesa Sanpaolo Spa agisce come market maker nei mercati all'ingrosso per i titoli di Stato dei principali Paesi europei e ricopre il ruolo di Specialista in Titoli di Stato, o similare, per i titoli emessi dalla Repubblica d'Italia, dalla Repubblica Federale di Germania, dalla Repubblica Ellenica, dal Meccanismo Europeo di Stabilità e dal Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria.

 

Istat stima che a febbraio 2021 l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana aumenti dello 0,2% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il livello della produzione cresce dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti.

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