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Saranno gli utili a guidare l'azionariato cinese nel 2021 (T. Rowe Price)

Liquidità spinge food, hotel, enterteinment e servizi alla persona

Saranno gli utili a guidare il mercato azionario cinese nel corso del 2021. La liquidità spinge alcuni asset in particolare: food, hotel, enterteinment e servizi alla persona, i settori più esposti alla ripresa nei mercati sviluppati, che dovrebbero vedere un rimbalzo dopo una fase di domanda repressa. Invece, chi ha beneficiato del Covid, come alcune aziende tech e quelle legate alla spesa per le infrastrutture, potrebbero invece affrontare un periodo più difficile. Lo evidenzia Wenli Zheng, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV, China Evolution Equity Fund, di T. Rowe Price.

L’attesa è che anche in Cina i consumatori possano giocare un ruolo più importante quest’anno. Intanto, “il mercato azionario cinese ha registrato una correzione rispetto al picco di febbraio, poiché i mercati hanno risposto negativamente ad un aumento dei rendimenti obbligazionari statunitensi, ai dissidi Usa-Cina, e alle restrizioni reintrodotte durante il Capodanno cinese”.  Ma, fa notare Zheng, “le previsioni sugli utili sono favorevoli. Secondo le stime Ibes, gli utili societari dovrebbero aumentare del 24% nel 2021 per le società dell'indice MSCI China e del 23% per quelle dell'indice large-cap CSI 300, con ulteriori guadagni rispettivamente del 14% e del 13% nel 2022. Via via che la ripresa si consolida, è probabile che più settori vedano un rafforzamento della crescita degli utili. L'ampia divergenza di valutazioni osservata l'anno scorso potrebbe potenzialmente invertirsi. Stiamo già assistendo, almeno in parte, a tale inversione, soprattutto per alcuni dei titoli growth più di moda e alcuni titoli tematici”.

La Cina, guardando al lungo periodo, punta però sull’innovazione: “Pechino vuole spostare il suo vantaggio competitivo verso un modello più incentrato sulle capacità ingegneristiche, anche grazie a una forza lavoro sempre più istruita”, nota l’esperto. In termini geopolitici, “crediamo che Pechino voglia cooperare con altri Paesi piuttosto che impegnarsi in rivalità internazionali e continuare ad aprire la propria economia agli stranieri, realizzando al tempo stesso riforme economiche e finanziarie. La relazione con gli Usa resterà probabilmente competitiva, pur con minori incertezze”.

L’asset manager fa anche presente che “la Cina è ben posizionata per diventare un leader nelle energie rinnovabili e green. L'obiettivo della carbon neutrality entro il 2060 potrebbe aiutare nel raggiungimento di un traguardo sociale fondamentale e renderà il paese del Dragone meno dipendente dalle importazioni di energia”.

In definitiva, “la Cina rimane un terreno fertile per la selezione di titoli: ci sono sacche speculative, ma siamo ancora in grado di trovare opportunità interessanti nelle supply chain che sostengono queste industrie. Le 5.200 quotate cinesi “rappresentano un'enorme miniera di opportunità. Molti investitori, però, si concentrano solo sui titoli con una capitalizzazione superiore ai $30 miliardi. In media, il 60% dei fondi attivi cinesi è investito in quel 2% di titoli, mentre il restante 98% rimane inesplorato o quasi. Crediamo - conclude Zheng - che in questo segmento si possano trovare distorsioni di prezzo e potenziali gemme nascoste”.

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