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Si rafforza la produzione industriale in Italia

Mameli (Intesa Sp), "Pil destinato a crescere più del potenziale"

Cresce più del previsto la produzione industriale italiana nel mese di aprile (+1,8% rispetto a marzo, quinto aumento consecutivo su base mensile) e in particolare si irrobistiscono le prospettive di ripresa che arriverà non solo dall'industria ma finalmente anche dai servizi.

"Sono stati trainanti i beni strumentali (+3,1% m/m), un segnale di vivacità per l’attività di investimento (che a nostro avviso potrebbe dare quest’anno il maggior contributo alla crescita del Pil italiano, con un rimbalzo a due cifre dopo il calo di -9,2% registrato dai dati sugli investimenti di contabilità nazionale lo scorso anno)". Rileva Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. In ogni caso, l’incremento della produzione ad aprile è diffuso a tutti i raggruppamenti principali di industrie. "Da notare il recupero per i beni durevoli: +1,7% m/m dopo due mesi di cali superiori a un punto percentuale".

La tendenza annua della produzione mostra una netta accelerazione (+79,5%), "che però non è significativa visto il confronto con il mese di aprile 2020 quando era stata disposta la sospensione di una notevole quota delle attività produttive (in tal senso, si tratta di un picco destinato a rientrare nei prossimi mesi)" nota Mameli. In ogni caso, "l’indice destagionalizzato della produzione industriale è tornato sopra i livelli pre-Covid (+1,2% rispetto a febbraio 2020): era accaduto già lo scorso agosto (su livelli anzi più elevati, ma distorti da effetti stagionali), tuttavia pensiamo che questa volta l’output sia destinato anche nei prossimi mesi a permanere su livelli superiori a quelli pre-pandemici".

Al contributo positivo del manifatturiero si aggiungerà quello dei servizi, che stanno tornando a crescere più rapidamente di quanto previsto qualche settimana fa vista l’accelerazione nel calendario delle riaperture e negli indici di mobilità. "In base ai Rapporti sugli spostamenti della comunità diffusi da Google, gli spostamenti verso gli esercizi commerciali e i luoghi ricreativi sono già tornati ai livelli di inizio agosto 2020" nota l'economista. "La produzione industriale è in rotta per un incremento del 2% t/t nel 2° trimestre (in accelerazione dall’1% di inizio anno): al netto dell’ “anomalia statistica” del 3° trimestre 2020, si tratterebbe di un massimo dal 2010. Ma quel che più conta, come detto, è che al rafforzarsi della ripresa nell’industria si aggiungerà nei prossimi mesi finalmente un apporto positivo anche dai servizi, che anzi potrebbero trainare la ripresa del Pil nella seconda metà dell’anno".

Mameli ricorda che Intesa Sp ha "recentemente rivisto al rialzo il profilo di crescita per l’economia italiana, a 4,6% per il 2021: tale previsione sconta un’espansione dell’ordine di un punto percentuale nel trimestre in corso, e di due punti percentuali nei mesi estivi; i rischi su tale sentiero ci appaiono oggi al rialzo. Nelle nostre stime, l’economia italiano resterà quest’anno su livelli inferiori a quelli del 2019 di quasi cinque punti percentuali; tuttavia, il recupero dei livelli pre-Covid dovrebbe avvenire prima di quanto assunto precedentemente ovvero a fine 2022. Inoltre, il Pil è destinato a nostro avviso a crescere più del potenziale per diversi anni (nostre attuali proiezioni: 4% nel 2022, 2,5% nel 2023, 1,6% nel 2024, 1% nel 2025 e 0,8% nel 2026), sulla scia sia del rimbalzo post-pandemico che degli effetti del Pnrr".

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