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Aste immobiliari in calo nel primo semestre del 2021, -28,9% secondo Reviva

Sono state 93mila le aste immobiliari in Italia nei primi sei mesi del 2021: numeri quasi raddoppiati rispetto al medesimo periodo del 2020, ma ancora al di sotto del periodo pre-Covid (131mila aste nel primo semestre del 20219). Il calo del 28,9%, si unisce ad un secondo dato molto importante: la diminuzione del valore economico (ossia la somma dell’offerta minima del valore per partecipare all’asta): 12 miliardi registrati nel 2021 contro i 16,3 del 2019, a conferma che non solo sono diminuite le aste immobiliari, ma è crollato anche il valore degli immobili coinvolti.

Questi dati sono stati raccolti ed elaborati dal team di data scientist di Reviva, la prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, con un metodo che unisce intelligenza artificiale, big data, modelli predittivi e marketing esperienziale, con l'obiettivo di aumentare il numero di immobili venduti all'asta ed evitare così la svalutazione dovuta alle numerose aste andate deserte. “I segnali sono positivi, da settembre si prevede un incremento fisiologico delle aste, dovuto principalmente al venir meno della sospensione delle aste aventi ad oggetto la prima casa del debitore che è in vigore da oltre un anno” commenta Giulio Licenza, Co-founder di Reviva. "La sfida del settore ora sarà quella di sostenere le vendite e i prezzi, perché aumenterà notevolmente l’offerta di immobili in asta, mentre la domanda è calata a causa della crisi economica. Positivo è che il mercato delle aste ha un enorme margine di crescita, in quanto pesa circa il 10% rispetto al mercato libero. Quindi spostare anche il 2% degli acquirenti all’asta significherebbe aumentare del 20% le aggiudicazioni di immobili in asta. In sintesi la sfida si giocherà sulle capacità di fare del marketing immobiliare efficace". 

Secondo Reviva, sbloccare le aste significa sbloccare l’economia del Paese: 385 miliardi di crediti deteriorati lordi in Italia presuppongono che dietro ad ogni singolo credito ci siano uno o più debitori, garanti, così come creditori ecc. La velocità della gestione di questa massa denota, quindi, la possibilità di sbloccare queste persone, recuperare del denaro che può così essere nuovamente essere usato per erogare finanziamenti e sbloccare così l’economia del Paese, da considerare inoltre la spinta che ha sull’economia il mercato immobiliare e quante imprese coinvolge. Il piano della ripresa del Paese deve quindi coinvolgere anche il mondo delle aste immobiliari. I dati analizzati da Reviva mostrano l’impatto del Covid sulle aste: -32% le aste fissate nel primo trimestre 2021 sul 2020. “Dal punto di vista di un servicer, il mercato delle aste immobiliari rispetto al periodo pre-Covid è cambiato a causa dell’impossibilità di visitare immobili. Da qui è però nato il bisogno di trovare soluzioni nuove ed efficienti, come ad esempio le visite online, la digitalizzazione delle pratiche: tutte implementazioni che devono rimanere anche dopo l’era Covid” commenta Mirja Cartia d'Asero, Head of RE di Guber Banca.

"E’ necessario investire di più sulla descrizione dell’immobile, attualmente poco curata e descritta in un linguaggio troppo giuridico. Anche le visite sono un grande punto di debolezza nel settore: chi è interessato a comprare un immobile all’asta ha a disposizione solo pochissimi giorni per poterlo visitare, perché ciò avviene soltanto in prossimità dell’asta. E’ importante colmare il gap esistente fra le vendite giudiziarie e quelle del mercato libero focalizzando l’attenzione sul bene in vendita, quando si è in ambito di promozione e pubblicità, e lasciando al momento dell’asta competitiva la parte strettamente giudiziaria. La vivacizzazione delle aste vuole proprio colmare questo divario e introdurre un diverso modo di parlare ai potenziali acquirenti per avvicinare il grande pubblico agli acquisti in asta” conclude Stefano Scopigli Presidente di Yard CAM.

Nel 2020 sono inoltre diminuite del 37,6% le modalità di vendita fisica presso il venditore, in favore di un aumento significativo delle vendite in via telematica. Permangono comunque problemi legati a questa modalità, che costituisce una barriera d’ingresso al privato che è costretto ad avere pec, firma digitale e passare attraverso un iter molto complesso.

 

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