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Federazione Moda Italia: “Serve un Piano nazionale per i negozi di prossimità, presidio del Made in Italy”
Al Tavolo della Moda del MIMIT presentato un pacchetto di proposte per rilanciare i consumi e sostenere il commercio
Dal credito d’imposta per i canoni di locazione ai contributi per l’innovazione dei punti vendita, passando per misure contro la concorrenza sleale dei colossi online: è un appello concreto quello lanciato da Federazione Moda Italia-Confcommercio al Tavolo della Moda, convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy dal ministro Adolfo Urso. A rappresentare la Federazione, il presidente nazionale Giulio Felloni, che ha colto l’occasione per ribadire la centralità dei negozi nel sistema moda italiano e la necessità di istituire, all’interno dello stesso Tavolo, un gruppo di lavoro dedicato al commercio.
“Ringrazio il MIMIT e il Ministro Urso per l’attenzione riservata al commercio – ha dichiarato Felloni – e per l’intenzione di dare finalmente voce anche ai negozianti all’interno delle politiche nazionali sulla moda. Serve un Piano Italia per la Moda che rilanci l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, valorizzando i negozi di prossimità come autentici baluardi del Made in Italy e dell’identità delle nostre città”.
La Federazione ha presentato un pacchetto articolato di proposte:
Detrazioni fiscali IRPEF per gli acquisti di prodotti moda effettuati nei negozi fisici.
IVA agevolata sui capi Made in UE e sostenibili.
Credito d’imposta del 30% o cedolare secca sulle locazioni commerciali, condizionata a una riduzione concordata del canone.
Credito d’imposta del 100% sui costi di commissione per i pagamenti digitali nei negozi con fatturato fino a 2 milioni di euro.
Fondo per ricambio generazionale, innovazione e ammodernamento dei punti vendita.
Abolizione dell’esenzione dazi sotto i 150 euro e introduzione di un contributo fisso per ogni pacco extra-UE.
Un vero e proprio “Patto di filiera” è la richiesta conclusiva, volto a garantire il principio di parità competitiva (“stesso mercato, stesse regole”) anche rispetto a piattaforme online e produttori che bypassano i canali di distribuzione tradizionali. “La competizione sleale – ha avvertito Felloni – rischia di diventare letale per il retail e, con effetto domino, per l’intera filiera e le città, sempre più minacciate da desertificazione commerciale. È il momento di agire”.