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Franchising, un modello che continua a crescere (+6,7% nel 2021) nel 2021

Cogliati, opportunità di lavoro per giovani e meno giovani attraverso autoimpiego

Il franchising è un modello di business destinato a crescere, nonostante le crisi economiche. L'analisi condotta da Nomisma e Assofranchising evidenzia un aumento del giro d’affari dei punti vendita in franchising che si attesta a 28,867 miliardi di euro con una crescita, rispetto al 2020, del +6,7%. Dopo la contrazione avvenuta nel 2020 a causa della pandemia (-103) tornano a crescere di 78 unità le insegne operative in Italia tra 2021 (955) e 2020 (877). Si tratta di una situazione positiva che trova riscontro anche nell’incremento dei punti vendita in franchising in Italia che nel 2021 si attestano a 59.849 (+4,7% rispetto al 2020). La ripresa del mercato, la riapertura di alcuni punti vendita chiusi nel 2020, l’incremento del clima di fiducia dei consumatori, unito alla voglia di cimentarsi in un’attività imprenditoriale, hanno determinato una crescita di quasi il 5% (+10.608 addetti) rispetto al 2020 degli occupati che complessivamente sono 238.194. La media di personale occupato nei diversi punti vendita rimane però stabile, attestandosi a 4 addetti, a dimostrazione delle forze di compensazione che agiscono nel settore. Se da un lato l’apertura di nuovi punti vendita ha portato una crescita di occupati del settore, dall’altro, realtà già attive hanno portato avanti un’ottimizzazione dell’organico nel punto vendita. 

Tra i settori più performanti, e in crescita di due punti percentuali rispetto al 2020, la Gdo. Questo comparto incide per il 36% del fatturato complessivo del franchising con un giro d’affari che sfiora i 10,452 mld di euro, seguito dall’abbigliamento (7,348 mld) e dai servizi (3,944 mld). Positive anche le previsioni di fatturato per il 2022 dei punti vendita in franchising, per i quali Nomisma rileva una crescita media del +3,6%, trainata dai settori merceologici del beauty (crescita prevista +7,5%) e della casa (+7,3%).

"A tendere, abbiamo l’obiettivo di ampliare la già solida rete di partner, con altri maggiormente dedicati all’accesso al credito, non solo per i giovani franchisee, ma anche per i meno giovani, che attraverso l’autoimpiego, riscoprono una nuova opportunità lavorativa in questo mercato.” afferma Alberto Cogliati, segretario generale di Assofranchising.

“In questo scenario economico, il franchising è un modello che a livello internazionale e nazionale continua a crescere, definendo una più ampia arena competitiva nonché un articolato portafoglio “standardizzato” di prodotti e servizi. Il successo di questo business, anche in considerazione degli elementi di tensione attuali, dipenderà sempre più da un’attenta definizione dell’attrattività dei territori e da un’accurata analisi dei fabbisogni dei consumatori e delle esperienze ricercate, anche mediante l’utilizzo della tecnologia0,” afferma Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma. 

In Italia le reti attive nel franchising sono 955. Il Nord Ovest si attesta al primo posto per numero di Franchisor (353), seguito dal Nord Est (190), dal Centro (189), dal Sud e Isole (193) e dall’estero (30). Nella top 3 dei settori più rappresentati c’è quello dei servizi (259 reti), seguito da abbigliamento (191) e ristorazione (160). I punti vendita in franchising nel 2021 sono 59.849, con un primato della Lombardia (9.781 pari al 16% del totale), seguita dal Lazio (6.562 pari all’11% del totale) e dalla Sicilia (5.325 pari al 9% del totale). Il settore merceologico più rappresentato è quello dei servizi (16.082 punti vendita), seguito dall’abbigliamento (15.090 punti vendita) e dalla GDO (7.976 punti vendita).

Nel 2021, i franchisee continuano ad essere in maggioranza figure maschili, ma la quota, rispetto all’anno precedente, diminuisce di 5 punti percentuali (57% vs 62%). La percentuale di presenza femminile si attesta al 43%, dato in aumento risetto al 2020 e al 2019. Si tratta di una quota molto superiore rispetto al dato nazionale delle attività produttive a conduzione femminile, pari al 22%. Un dato che testimonia come la formula dell’imprenditorialità in affiliazione risulti particolarmente attrattiva per le donne che scelgono l’autoimpiego. I settori dove le donne superano gli uomini sono abbigliamento e beauty (59% vs 41%) e casa (55% vs 45%). Si tratta di una quota che aumenterà nei prossimi 3 anni, per il 60% degli intervistati. Considerando la fascia d’età, i franchisee sono profili che, nella maggior parte dei casi, appartengono al range compreso tra i 36 e i 45 anni (59% tra gli uomini e 61% tra le donne). Quasi assente il profilo dei giovanissimi di età tra i 18 e i 24 anni (uomini 2% donne 3%). Tra le competenze più richieste viene data principalmente importanza alle soft skills nella gestione delle relazioni interpersonali (prioritarie per il 35% degli intervistati), alle competenze di sales management (23%) e all’esperienza pregressa nello stesso settore (17%).

Se prima del 2020 il 52% degli intervistati aveva già attivo un proprio e-commerce, con la pandemia altre realtà hanno deciso di utilizzarlo come ulteriore canale di vendita. Il 13% degli intervistati, infatti, lo ha attivato proprio tra il 2020 e il 2021. Una scelta premiata dai consumatori, visto che la quota % del fatturato e-commerce sul fatturato totale del brand è cresciuta dal 6,6% del 2020 al 7,5 % del 2021. Rispetto al 2020, per il 67% degli intervistati, il fatturato derivante dal canale e-commerce è stato in crescita nel 2021. 

Nella foto: Centro Commerciale Centrosarca – Milano

 

 

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