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Per il Gruppo manifatturiero italiano una nuova acquisizione entro l'anno
Zunino, investimento di Consilium di medio lungo periodo, nessun exit sul tavolo al momento
Una nuova acquisizione entro la fine dell'anno in corso, al massimo all'inizio del prossimo nei piani di Gmi, Gruppo manifatturiero italiano, polo delle calzature nato nel 2019 e controllato da Consilium sgr, con circa 1 milione di paia di scarpe all’anno di capacità produttiva, 100 milioni di fatturato nel 2019, una perdita del 25/30% nell'anno della pandemia e l'obiettivo di tornare pienamente ai livelli pre-Covid nel 2022. Alberto Zunino, amministratore delegato del gruppo, punta sulla crescita dimensionale, sulle competenze e sulla qualità della produzione per crescere nei prossimi anni. L'investimento del private equity che controlla è "di medio lungo periodo, dunque attualmente non sono sul tavolo piani di disinvestimento" chiarisce a Luxury&Finance.
"Abbiamo vissuto tutti un 2020 complicato, con un calo di volume abbastanza marcato. Verso la fine del 2020, abbiamo potuto assistere a un qualche piccolo segnale di ripresa, prevalentemente dall'Asia Pacific, quindi dagli Stati Uniti, sempre particolarmente reattivi, mentre anche l'Europa, pur molto in difficoltà, iniziava a lanciare qualche timido segnale. I primi sei mesi del 2021 sono stati certamente di ripresa ma ancora prudente. Ora, con lo sviluppo delle nuove collezioni, iniziamo ad avere indicazioni più robuste".
Gmi attualmente controlla quattro calzaturifici in Toscana (River Group, Calzaturificio Energy, Calzaturificio Claudia e Broma) e si colloca nel segmento lusso che ha meno subito le conseguenze della crisi. "Quando si parla di calzature - chiarisce Zunino - è opportuno distinguere il segmento alto della produzione con la fascia più bassa del mercato. Noi, collocandoci nella prima, abbiamo potuto recuperare un po' più velocemente". Un polo italiano, dunque, basato in Toscana, come ne stanno nascendo anche in altri ambiti, a dimostrazione del fatto che esiste anche una capacità tutta interna a fare sistema, crescere e portare avanti operazioni strategiche. "Il nostro - chiarisce l'amministratore delegato - è un progetto italiano, anche perché la filiera della calzatura, in particolare quella di lusso, è prevalentemente domestica. Ed è un progetto di consolidamento tutto italiano". Ai quattro calzaturifici già acquisiti infatti (l'ultimo in ordine di tempo - Broma - a fine 2020) se ne aggiungerà a breve un quinto: "il nostro continua a essere un progetto di sviluppo e contiamo verso la fine dell'anno o all'inizio del 2022 di fare senz'altro un'altra operazione" assicura Zunino.
L'obiettivo non è solo crescere dimensionalmente come polo, ma anche ampliare l'offerta merceologica. "Il nostro primo focus è stato sul mondo sportivo, con le prime acquisizioni che sono state di sneaker e car shoe. Con il calzaturificio Claudia abbiamo allargato anche alla donna casual-elegante. Ora abbiamo completato la parte formale uomo". Serve dunque chiudere un primo cerchio nel portafoglio donna. Inoltre, "dal punto di vista produttivo, il nostro obiettivo è quello difendere ed efficientare le caratteristiche specifiche dei calzaturifici che acquisiamo, che hanno una loro storia, una loro cultura e un saper fare che intendiamo non solo mantenere ma anche promuovere, mettendoli nella condizione di lavorare con maggiore efficienza produttiva. In particolare, stiamo lavorando sulla filiera della giunteria, considerando possibilità di integrazioni". Oggi Gmi conta circa 1000 dipendenti. "Teniamo moltissimo alla formazione, anche considerando che è sempre più difficile sul territorio italiano arruolare nuove competenze".